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                     La grotta di Nettuno: la grotta 
                      La parte rustica interessa il 
                      grande salone iniziale della grotta che è attrezzato 
                      con sentieri e scalinate per le visite. Il tragitto si snoda 
                      lungo la sponda di un bellissimo lago salato dalle acque 
                      straordinariamente limpide e poi in ambienti superiori riccamente 
                      ornati di concrezioni, con un percorso totale di 200 metri. 
                      Turisticamente la grotta è gestita dall'Azienda Autonoma 
                      di Soggiorno e Turismo di Alghero, che dispone di un servizio 
                      di guide per le visite.  L'ampio 
                      ingresso della grotta, davanti al quale attraccano le barche 
                      con i passeggeri, immette in un vestibolo che accoglie i 
                      visitatori in sosta prima di dirigersi verso l'interno. 
                      Il primo contatto visivo è con il Lago Lamarmora, 
                      formato dall'acqua del mare, che occupa gran parte del grande 
                      salone iniziale. Lo sguardo può spaziare sulle sponde 
                      del lago e sul primo tratto di grotta, le cui pareti, parzialmente 
                      illuminate dall'esterno, appaiono colorate di un singolare 
                      verde-azzurro originato da incrostazioni vegetali. L'attenzione 
                      di chi si appresta a visitare la grotta è subito 
                      attratta da una curiosa e monumentale stalagmite, l'Acquasantiera, 
                      alta un paio di metri, che si erge al centro del vestibolo 
                      verso la sponda del lago, descritta e decantata da molti 
                      poeti, scrittori e geografi che numerosi hanno potuto osservarla 
                      nel secolo scorso. 
                      Investita da un eterno stillicidio, questa stalagmite presenta 
                      sulla sua sommità alcune piccole vaschette in cui 
                      si raccoglie poca e preziosa acqua dolce, probabilmente 
                      l'unica esistente nella zona, cui vanno a dissetarsi gli 
                      uccelli che nidificano negli anfratti delle falesie di Capo 
                      Caccia.Il percorso turistico ha inizio con una scalinata 
                      che si diparte sulla sinistra del vestibolo iniziale, tramite 
                      la quale il visitatore lascia la luce del sole e si dirige 
                      verso l'interno, dove le tenebre hanno celato per millenni 
                      bellezze incomparabili. Dopo una breve discesa, la prima 
                      tappa è rappresentata dalla Sala delle Rovine, ornata 
                      di grandi stalattiti, da dove è ancora visibile una 
                      debole luce proveniente dall'esterno che dà alle 
                      pareti una leggera colorazione azzurrognola.Superata la 
                      Sala delle Rovine, si prosegue in discesa sino al Lago Lamarmora, 
                      che in quel punto appare poco profondo, e si costeggia la 
                      sua sponda sinistra. 
                      E' proprio la presenza delle acque limpidissime ad attribuire 
                      con la loro superficie statica un particolare fascino a 
                      questo ambiente, rendendo magica l'atmosfera. Nelle giornate 
                      di mare mosso si può godere maggiormente questo contrasto 
                      tra la burrasca esterna e la calma del lago interno. 
                      Si raggiunge così la Reggia, dove la Natura ha creato 
                      lo scenario più vistoso della grotta, davanti al 
                      quale qualsiasi visitatore proverà una grande emozione.Al 
                      centro del lago, sulla destra , si possono osservare degli 
                      grandi colonne calcitiche che si specchiano sulle limpide 
                      e placide acque e che si innalzano per 9 metri sino al soffitto, 
                      quasi come a sorreggerlo. 
                      Subito dopo la volta è solcata da una grande frattura 
                      e si eleva fino a 18 metri di altezza, in quello che è 
                      il punto più alto di tutta la parte turistica. 
                      La grande parete del fondo completa lo scenario con grandi 
                      colate a canne d'organo, festoni calcitici e una caratteristica 
                      formazione stalagmitica chiamata l'Albero di Natale che 
                      risalta nella parte più lontana dello scenario. Proprio 
                      qui termina il Lago Lamarmora con una spiaggetta sabbiosa 
                      visibile sotto il sentiero, caratteristica per il suo colore 
                      chiaro, che appare più o meno evidente a seconda 
                      del livello di marea.Essa veniva anticamente chiamata Spiaggia 
                      dei Ciottolini, perché formata interamente di sassolini, 
                      di cui però, forse a causa dell'erosione operata 
                      dal mare, oggi non rimane più traccia. 
                      E' in questa spiaggetta che in passato, dopo aver attraversato 
                      tutto il lago, approdavano le piccole imbarcazioni, scaricando 
                      i passeggeri sotto le luci tremule che rischiaravano l'ambiente. 
                      Ed è qui che gli stessi visitatori attendevano poi 
                      il proprio turno per essere traghettati e riportati a vedere 
                      la luce del sole.Il magico silenzio della Reggia è 
                      appena turbato dal debole sciacquio del lago, mentre, guardando 
                      in direzione dell'uscita, sullo sfondo si riesce ancora 
                      a intravedere la curiosa luce azzurrognola che proviene 
                      dall'ingresso creando un singolare effetto cromatico. Dalla 
                      Reggia si procede in salita lungo una scalinata e i visitatori 
                      proseguono in avanti, allontanandosi dal lago e portandosi 
                      ad un livello superiore da cui è possibile volgersi 
                      indietro per uno sguardo panoramico sulle parti già 
                      viste.La tappa successiva è la Sala Smith, dal nome 
                      di un capitano inglese che agli inizi dell'800 fu tra i 
                      primi esploratori della grotta, che non deve essere considerata 
                      come una sala a sè stante, ma come la prosecuzione 
                      del grande salone visto in precedenza. 
                      Al centro di questa sala si erge maestoso il cosiddetto 
                      Grande Organo, un'enorme e imponente colonna con colate 
                      simili alle canne di un organo che, con una larghezza di 
                      12 x 4 e un'altezza di 11 metri, è la più 
                      grande dell'intera Grotta di Nettuno.L'osservatore, rapito 
                      dalla grandiosità di questa concrezione, resta attonito 
                      al solo pensare a quanti millenni siano trascorsi da quando 
                      la prima goccia d'acqua iniziò, nella notte dei tempi, 
                      la lunga opera di creazione che ha portato alla sua configurazione 
                      attuale. 
                      Subito dopo si raggiunge la Cupola, costituita da una singolare 
                      formazione stalagmitica dalle pareti perfettamente lisce, 
                      raccordata al soffitto con una sovrastante colonna che stuzzica 
                      la fantasia del visitatore perché ricorda proprio 
                      la cupola di una cattedrale.Nelle vicinanze il pavimento 
                      si presenta concrezionato da grandi vasche stalagmitiche 
                      oggi asciutte, ma che anticamente erano ricolme d'acqua 
                      e dovevano costituire uno spettacolo eccezionale di gorgoglianti 
                      cascatelle che discendevano verso il Lago Lamarmora. Tutto 
                      intorno è ornato di altre colonne e stalagmiti. 
                      Davanti alla Cupola si dipartono sulla destra le vie che 
                      danno l'accesso alle parti più interne della grotta, 
                      non attrezzate turisticamente e quindi non accessibili ai 
                      visitatori.Proseguendo, il sentiero descrive una curva verso 
                      sinistra e procede in lieve salita, lungo la parete opposta 
                      della Sala Smith. In questo tratto il soffitto diviene più 
                      basso ed è possibile ammirare da vicino una infinità 
                      di stalattiti. Numerose piccole colonnine adornano l'ambiente, 
                      chiamato Sala delle Trine e dei Merletti, creando numerose 
                      nicchie e arcate naturali. Da qui è possibile spaziare 
                      con lo sguardo e il visitatore può ammirare il Grande 
                      Organo da una diversa angolazione, con una visuale più 
                      ampia.Pone termine alla visita la cosiddetta Tribuna della 
                      Musica, una balconata che consente di affacciarsi sulla 
                      zona della Reggia e del Lago Lamarmora che ora è 
                      possibile dominare dall'alto. 
                      Il nome deriva da una piccola orchestra che veniva qui sistemata 
                      in occasioni di particolare importanza e che consentiva 
                      ai visitatori di organizzare delle danze nella sottostante 
                      spiaggetta. E il risultato sonoro, in uno scenario così 
                      particolare, doveva essere straordinario. 
                      Dalla posizione elevata della Tribuna della Musica si può 
                      godere una magnifica vista panoramica sul lago e su gran 
                      parte della grotta, che conclude in modo incantevole il 
                      percorso turistico.I visitatori ripercorrono quindi tutto 
                      il sentiero e riguadagnano l'uscita della grotta, da dove 
                      chi è arrivato via mare può prendere posto 
                      sulla barca e chi è arrivato via terra può 
                      risalire la Escala del Cabirol. 
                    Itinerario 
                      La grotta 
                      Il lago Lamarmora 
                      Quando il mare era più 
                      alto 
                      Eccentriche e cristalli, un piccolo 
                      mondo incantato  
                      Le concrezioni 
                      Un pò di storia 
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