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Cor 27 novembre 2021
Coros, nuovo piano di Protezione Civile
Il nuovo Piano, definisce la struttura operativa di Protezione civile in grado di fronteggiare le situazioni di emergenza, con modelli di intervento che possono essere utilizzati in tutti i casi di eventi prevedibili e non prevedibili, per il superamento dell’emergenza ed il ritorno alle normali condizioni di vita
Coros, nuovo piano di Protezione Civile

PLOAGHE - Con Deliberazione dell'Assemblea dell'Unione dei Comuni del Coros n. 27 del 15.11.2021 l’Unione dei Comuni ha approvato in via definitiva gli atti di revisione e aggiornamento del Piano Intercomunale di Protezione Civile già approvato con deliberazione del Consiglio N. 34 del 06.12.2013. L’iter di approvazione è simile agli strumenti urbanistici di un qualsiasi ente, di fatto l’approvazione necessitava di un duplice passaggio in assemblea dei sindaci. Il nuovo Piano, definisce la struttura operativa di Protezione civile in grado di fronteggiare le situazioni di emergenza, con modelli di intervento che possono essere utilizzati in tutti i casi di eventi prevedibili e non prevedibili, per il superamento dell’emergenza ed il ritorno alle normali condizioni di vita. Un progetto partito dal 2009, rivisto in base alle difficoltà di attuazione che sono state riscontrate nella fase di progettualità, ma che si basa tre funzioni principali: il coordinamento dell’allerta che fa scattare i coc ( centri operativi comunali) solamente in caso di allerta arancione o rossa o comunque dopo aver verificato il peso dell’allerta stessa; la comunicazione dell’allerta al cittadino del territorio in area Unione, e l’ aggiornamento del regolamento istitutivo del servizio associato.

Significa che il compito della Protezione Civile intercomunale è essenzialmente quello di gestire l’emergenza, dal coordinamento territoriale al supporto di uomini e mezzi. Per l’aggiornamento in tempo reale, sarà molto utile la presenza delle compagnie barracellari che potrà verificare lo stato dell’allerta e il suo evolversi nel tempo, coadiuvandosi con i centri operativi comunali. Da premettere che la responsabilità della gestione degli stati di allerta è sempre in capo al sindaco del paese colpito dall’evento calamitoso e non è delegabile a nessun’altra autorità sostitutiva. Il Piano diventa pertanto il supporto operativo al quale i Sindaci dell’Unione, si riferiscono per gestire l’emergenza con il massimo livello di efficacia. E’ uno strumento dinamico da aggiornare ed integrare periodicamente, non solo con riferimento all’elenco di uomini e mezzi, ma soprattutto in relazione alle nuove, eventuali, conoscenze sulle condizioni di rischio che comportano diverse valutazioni degli scenari. Le condizioni metereologiche sono in continua evoluzione, come tutti oramai sappiamo. E i cambiamenti climatici sono la concausa di numerosi eventi come il dissesto idrogeologico che ha già creato disagi e tragedie anche nel nostro territorio.

«Il piano della Protezione civile – sottolinea il vicepresidente dell’Unione, nonché assessore alla Protezione civile e sindaco di Ossi Pasquale Lubinu- è uno strumento complesso che ha una parte teorica, una parte organizzativa, e una parte pratico-operativa; adesso si tratta, nei prossimi mesi, di completare la parte pratica e dare uomini e mezzi alla parte organizzativa visto che quella “teorica” l’abbiamo approvata con il Piano stesso. Una moderna protezione civile vive del contributo dei volontari ma deve poggiare su solide basi istituzionali. Oggi inizia una nuova fase nei prossimi mesi avremo importanti novità». Elaborare un piano di supporto intercomunale era un passaggio, oltre che obbligatorio per normativa, fondamentale per i dodici comuni del Coros che continuano ad ampliare le funzioni dell’Ente in virtù di una unione territoriale sempre più forte. «Fermo restando la responsabilità dei singoli amministratori per la gestione dell’ emergenza – spiega il Presidente dell’Unione Carlo Sotgiu- avere un piano intercomunale ed una gestione associata consente da un lato un utilizzo razionale delle risorse e dei mezzi, dall’altro avere più strumenti a disposizione per contrastare le criticità. Uno dei primi passi sarà quello di realizzare un deposito intercomunale con le funzioni di ricovero per mezzi e attrezzature che verranno messe a disposizione di tutto il territorio».
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