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Gianni Spano 21 agosto 2020
L'opinione di Gianni Spano
La Sardegna non è una regione focolaio
<i>La Sardegna non è una regione focolaio</i>

Impazzano in questi giorni articoli di giornale che attribuiscono ingannevoli epiteti alla Sardegna, definendola come regione focolaio, untrice e chi più ne ha più ne metta. Vorrei, a tal proposito, fare un intervento rivolgendomi non solo ai direttori e giornalisti, ma soprattutto ai lettori più disattenti che potrebbero farsi manipolare da informazioni che rispecchiano ben poco la realtà dei fatti. A questo punto occorre far chiarezza. In primo luogo, vorrei premettere che all’inizio della stagione estiva nessuno si preoccupava della Sardegna, anzi, tutt’altro, tutti si mostravano pronti a venire nell’Isola, regione per antonomasia “Covid-free”, per godersi l’estate, opponendosi a qualsivoglia misura di prevenzione proposta dal presidente Solinas; idee che al tempo venivano additate come incostituzionali, prive di senso e persino discriminatorie.

Ora, che i contagi hanno preso, logicamente, piede in tutto il territorio sardo, si ha pure il coraggio di sollevare sterili polemiche a riguardo, fare dell’ironia e soprattutto della discriminazione al contrario. In secondo luogo, trovo assolutamente inopportuna e priva di alcun senso la richiesta lanciata dall’assessore alla Sanità della Regione Lazio Alessio D’Amato. Lo stesso, difatti, chiede un test per chi proviene dall’Isola e addirittura paventa l’idea di un lockdown sardo. Vorrei semplicemente chiarire che i sardi non sono gli untori. Precisando di nuovo che nessuno ha accolto le proposte di prevenzione a suo tempo presentate circa il discusso passaporto sanitario, le quali, molto probabilmente, avrebbero evitato i numeri di contagi che attualmente ci troviamo a dover fronteggiare. Ma, del passato non ha senso parlare, quindi, passiamo a far chiarezza sulla situazione attuale. I contagi avvenuti in queste ultime ore nell’Isola non sono autoctoni. Basta, semplicemente, osservare che il 95percento degli stessi è di importazione o di ritorno, come chiarito, tra l’altro, dal presidente della Regione.

Da ciò, si può facilmente dedurre che: la Sardegna non è una regione focolaio e che la situazione andava gestita con meno superficialità sin dall’inizio. Gli errori da parte dei vari livelli di governo, a mio parere, sono stati molteplici, a partire dall’impossibilità di introdurre l’obbligo del certificato che attestasse l’esito negativo del tampone per i soggetti che intendessero entrare nel territorio sardo per godersi le vacanze estive, misura che avrebbe consentito a residenti e turisti di godere del nostro mare in sicurezza. Inoltre, irragionevole è stata l’apertura dei locali notturni, luoghi che hanno facilitato il proliferarsi dei contagi tra i giovani; si è dato un via libera alla movida, creando situazioni pericolose durante un’emergenza sanitaria, senza, neppure, effettuare controlli sul rispetto delle minime misure di prevenzione richieste. E qui, forse, il nostro presidente ha avuto poco polso nel gestire la movida notturna e adottare misure che, seppure drastiche, avrebbero evitato la situazione attuale, conseguenza di un turismo volto al divertimento senza controllo.

* consigliere comunale Forza Italia



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