PORTO TORRES - La cessione di Versalis ha fatto calare una velo di incertezza sul futuro della società, tale da far scaturire la proclamazione dello sciopero, previsto per il 20 gennaio prossimo. Sono state le stesse sigle sindacali Cgil, Cisl e Uil a denunciare l’assenza delle istituzioni sul caso Versalis nell’affrontare il tema delicato del futuro della chimica verde. La decisione di Eni di procedere con la vendita della controllata chimica ha determinato la proclamazione di uno sciopero generale, che sarà esteso a tutta la galassia Eni ma soprattutto ha determinato una valanga di critiche all’operato delle istituzioni, dal Governo alla Regione sino alle amministrazioni locali, assenti in occasione dell’assemblea nazionale del 5 dicembre.

«Il giorno dell’assemblea pubblica organizzata dai sindacati a Porto Torres, avevamo sottolineato il momento importante per marciare uniti con voce unanime davanti al governo – dichiara il segretario generale Uiltec-Uil di Sassari, Giovanni Tavera – e pertanto ci aspettavamo che i sindaci del territorio avessero avuto almeno la “curiosità” di conoscere il destino di Porto Torres». Sono intervenuti molti enti locali, comuni e regioni in primo luogo, ma dalla Sardegna i rappresentanti istituzionali erano in pochi.

In effetti a schierarsi dalla parte dei lavoratori della società Versalis dovevano essere tutti quegli enti locali nella cui area ricadono gli stabilimenti dell’azienda chimica sul cui futuro ci sarebbero molte ombre. «La Sardegna comunque ha fatto la sua parte con il deputato Pd Giovanna Sanna e il senatore Pd Silvio Lai, presente all’audizione in Senato con l’ad di Versalis Ferrari». E’ alta la tensione dei sindacati confederali che hanno affermato, a chiare lettere, che Eni non può essere interessata solo all’aumento dei dividendi per gli azionisti mentre si cade verso un dramma di tipo occupazionale con la possibile desertificazione di intere aree industriali come Porto Marghera e Porto Torres.

Va in questa direzione, infatti, la cessione della chimica, ma anche la decisione di mettere sul mercato le attività di trading del gas ai clienti finali e del pacchetto di maggioranza di Saipem. Per impedire che anche quest'ultima finisse in mano a gruppi stranieri interessati solo alla quota di mercato, il Governo ha dovuto schierare il Fondo Strategico della Cassa Depositi Prestiti che ne ha rilevato il 12%. L’operazione non si ripeterà per Versalis.

«Eni non può abbandonare la chimica e pertanto deve avere una maggioranza di controllo in Versalis attraverso l’inserimento nelle quote di un soggetto pubblico (Cassa depositi e prestiti) - aggiunge Tavera - altrimenti con il fondo finanziario, il rischio è che la chimica verde venga tagliata fuori». Secondo il segretario generale Uiltec «il Cane a Sei Zampe deve ricapitalizzare Matrìca per garantire il proseguimento del progetto strategico, - conclude Giovanni Tavera - garantendo le autorizzazioni necessarie per portare a compimento quanto deciso nel Protocollo del 2011».