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Enrico Muttoni
21 gennaio 2015
L'opinione di Enrico Muttoni
Uscire dall´Euro oggi come istituire la Padania
Uno dei temi più discussi per le prossime tornate elettorali sarà la proposta di abbandono dell'euro da parte dell'Italia. Perché? la prima risposta che danno i promotori è: vogliamo recuperare la sovranità monetaria. Che, in soldoni (è il caso di dirlo) significa riprendersi la libertà di svalutare. Purtroppo, in tutte le scuole di ogni ordine e grado, non viene insegnato che cos'è il danaro; e i ragazzi imparano che la ricchezza sono i soldi, quando al contrario solo il lavoro ne é la fonte. I nostri nipoti vedranno come cambieranno le fortune di quei paesi che esauriranno le riserve di petrolio, non avendo col ricavato creato lavoro, ma solo rendite, e per pochi. A causa di questa ignoranza, il ritorno alla lira appare un provvedimento di semplice attuazione e di pronta efficacia.
Il denaro è un simbolo: e perché funzioni, deve esistere un numero sufficientemente grande di persone che, garantite dall'autorità dello Stato, ne riconoscano la validità ed il significato: né più né meno di quanto accade con la bandiera nazionale. Un simbolo che misura la nostra personale capacità di acquistare il lavoro altrui: 50 euro un'ora di idraulico, 150 euro una giornata di muratore, 15000 euro dieci minuti di FIAT. La realtà é che la valuta, internazionalmente, rappresenta la bontà del lavoro di tutta una nazione: i dollari sono universalmente accettati per questo, anche nei Paesi rivali degli USA, grazie alla affidabilità degli americani, tanto credibili quanto odiati. Quando ero giovane, l'avventura di un viaggio all'estero iniziava col procacciamento di valuta forte: dollari, sterline, e franchi svizzeri. perché " le lire non le vuole nessuno, valgono poco, e se ti trovi senza dollari...". Non parliamo poi dell'acquisto dei costosissimi traveller's chèques, da usare nei luoghi dove il dollaro, quantunque ambito, era ufficialmente rifiutato per motivi politici.
Quando nel 2002 accettammo l'euro, non ci furono soverchie lamentele, anche se fu subito chiaro che la mancata emissione della banconota da 1 euro era stata un errore, aggravato dall'emissione della moneta da 2euro, l'equivalente di quasi 4000 lire. La pigrizia mentale, la scarsa informazione, e l'aspetto psicologico relativo ai numeri piccoli fece sì che la maggioranza di noi trovasse normale l'uscire di casa con 50euro nel portafogli, quando in precedenza nessuno, o quasi, avrebbe circolato con 100000 lire in tasca. L'adeguamento dei prezzi, non sorvegliato dal governo, fu pilotato in modo tale da stabilire l'equivalenza 1euro=1000 lire: mi ricordo perfettamente, ad Alghero, le orate di allevamento a 8000 lire al chilo il sabato, e a 8 euro il lunedì successivo. Se ci fosse stato un minimo di attenzione, da parte dei clienti e della polizia annonaria, non sarebbe successo. Un oceano di liquidità finì invece nelle mani di coloro che ora sono pronti a ripetere il gioco al contrario.
Ora alcuni movimenti politici spingono per un ritorno alla lira, attribuendo all'euro la causa della crisi economica. Dispiace dire che questa proposta é soltanto un mezzo propagandistico per raccogliere consenso, ed il segnale della mancanza di autentiche proposte in materia di economia. Sembra semplice svalutare, e ridare competitività ai mercati: ma se si ritornasse alle lire, i debiti resterebbero in euro: chi avesse un mutuo da pagare dovrebbe essere terrorizzato da una situazione di questo tipo, con interessi e capitale in euro da restituire e i guadagni in diminuzione per la svalutazione della lira. I costi dell'energia darebbero poi un colpo decisivo alla situazione reddituale delle famiglie. Quanto poi alla proposta di azzerare i debiti con l'estero con una legge "non ti pago" , é da lasciare al titolo del film di Totó.
Il ritorno alla lira (con che parità iniziale? I proponenti se ne guardano bene dal comunicarlo) é una proposta, dunque, con lo stesso valore politico, e pratico, di quella dell'istituzione della Padania.
Lega e M5s farebbero bene a illustrare proposte alternative, se vogliono davvero veder rifiorire l'economia dell'Italia, battendosi contro la politica del governo. E farebbero meglio a battersi contro corruzione, malaffare, clientelismo, parentopoli eccetera, anziché avventurarsi in argomenti tecnici quali la moneta, l'energia, l'ambiente ed i rifiuti. Muri contro i quali, inevitabilmente, andranno ad infrangersi i loro propositi.
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