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Red 31 gennaio 2019
Fonti rinnovabili: via libera dalla Regione
Aumenta il limite di utilizzo del territorio, nelle aree industriali della Sardegna, per la realizzazione di impianti fotovoltaici e solari termodinamici. Lo prevede una delibera approvata dalla Giunta regionale, su proposta dell’assessore dell’Industria Maria Grazia Piras
Fonti rinnovabili: via libera dalla Regione

CAGLIARI - Aumenta il limite di utilizzo del territorio, nelle aree industriali della Sardegna, per la realizzazione di impianti fotovoltaici e solari termodinamici. Lo prevede una delibera approvata dalla Giunta regionale, su proposta dell’assessore dell’Industria Maria Grazia Piras. Nelle zone definite industriali, artigianali e di servizio, il limite di uso del suolo passa dal 10 al 20percento. Gli enti di gestione delle aree, Comuni e consorzi industriali, potranno prevedere, con ulteriori propri atti di pianificazione, l’aumento dello stesso limite dal 20percento fino ad un massimo del 35percento. Il provvedimento aggiorna e ridefinisce le Linee guida per l’autorizzazione unica degli impianti alimentati da fonti rinnovabili con potenza termica installata inferiore a 300megawatt.

«Lo scopo – afferma Piras – è favorire l’incremento della produzione dell’energia da fonti rinnovabili in Sardegna. Per tante ragioni, perlopiù legate alla riluttanza delle comunità locali, l’installazione di questo tipo di impianti a volte risulta difficoltosa. Ampliando il limite di uso del territorio nelle aree industriali, riteniamo che la realizzazione delle opere possa essere agevolata. Il provvedimento è pienamente in linea con il Piano energetico ambientale, che favorisce e incentiva la produzione di energia da fonti rinnovabili e prevede che gli impianti siano installati prioritariamente nelle aree già idonee alla produzione industriale. Inoltre, consentire l’incremento delle superfici destinate a ospitare gli impianti, facilita e incoraggia nuovi investimenti imprenditoriali, che a loro volta favoriscono l’impiego di nuove figure professionali sempre più specializzate. Non meno importante, infine, è l’eventualità che l’energia pulita venga prodotta a supporto delle attività manifatturiere insediate nelle zone industriali».

Il provvedimento è coerente con gli obiettivi stabiliti a livello comunitario e nazionale dalla Strategia energetica nazionale del 2017, che prevede il raggiungimento del 28percento di rinnovabili nei consumi entro il 2030. La Sardegna, grazie al Piano energetico ambientale approvato nel 2016, ha già adottato una strategia energetica con una serie di interventi di breve periodo al 2020 ed altri da attuare entro il 2030. Nel Piano, incentrato su una decisa riduzione delle emissioni climalteranti, attraverso soprattutto la metanizzazione e l’uso del Gnl per cittadini ed imprese, trovano spazio anche le azioni a favore di uno sviluppo delle rinnovabili, in un quadro di generazione distribuita dell’energia calibrata sulle esigenze delle utenze ed orientato al modello delle Smart grid. Il Pears mira a raggiungere entro il 2030 una soglia di riduzione delle emissioni nocive del 50percento sul consumo finale di energia, sopra la soglia del 40percento indicata come obiettivo dalla Comunità europea. Per quanto riguarda le fonti alternative, la Sardegna è una delle prime regioni in Italia e, grazie agli interventi che si stanno attuando in alcune aree industriali (a Porto Torres e ad Assemini) e nell’area di Ottana (dove nel 2017 è stato inaugurato un impianto solare termodinamico e fotovoltaico realizzato dalla Regione, che la Commissione Europea ha definito un modello innovativo a livello mondiale) l’Isola è proiettata sempre più a livello internazionale nel campo della ricerca applicata alle nuove infrastrutture.

Nella foto: l'assessore regionale Maria Grazia Piras
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