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Red 13 luglio 2012
Riduzioni consiglieri: referendari spingono
Richiesto un incontro urgente al Presidente della Camera, Gianfranco Fini e a quello del Senato, Renato Schifani
Riduzioni consiglieri: referendari spingono

ALGHERO - Il Movimento Referendario Sardo ha scritto al Presidente della Camera, Gianfranco Fini e a quello del Senato, Renato Schifani, per sollecitare un incontro urgente che possa consentire di avere maggiori certezze sul percorso parlamentare, finalizzato alla riduzione del numero dei consiglieri regionali. La Sardegna ha fatto ciò che doveva fare e si è espressa con chiarezza: il Consiglio Regionale, in data 13 ottobre 2011 ha chiesto la riduzione da 80 a 60 dei consiglieri; i cittadini sardi, con il referendum del 06 maggio 2012 hanno chiesto la riduzione a 50.

Le modifiche legislative sono di valenza costituzionale, per cui adesso la palla deve essere giocata in Parlamento. «Purtroppo, ad oggi è già passato quasi un anno dal 13 ottobre 2011 e il Parlamento ha approvato soltanto la prima (il 18 aprile, al Senato) delle quattro “letture” indispensabili per ridurre il numero dei consiglieri regionali, andando nella direzione dell’efficienza nel funzionamento delle istituzioni e del contenimento della spesa».

«Questo significa che – se in Sardegna ci fossero elezioni regionali anticipate, come è pur possibile- a causa della lentezza del Parlamento, nonostante la volontà espressa dallo stesso Consiglio Regionale e da tutti i sardi con il referendum, la nostra Isola potrebbe trovarsi ad eleggere nuovamente ben ottanta consiglieri regionali. Sarebbe davvero una beffa. Per questo motivo, i referendari sardi chiedono di poter incontrare al più presto i Presidenti della Camera e del Senato per appellarsi alla loro possibilità di accelerare i tempi di approvazione della legge e, conseguentemente, per evitare l’insopportabile rischio-beffa dell’elezione di un nuovo Consiglio Regionale con numero di componenti identico a quello attuale».
19/11/2025
Abbiamo più volte spiegato con chiarezza che per difendere la Sardegna dagli effetti negativi dell’autonomia differenziata bisogna attivare e modernizzare le norme di attuazione dello Statuto speciale, l’unico strumento in grado di rendere realmente operativo il principio di insularità inserito in Costituzione e di colmare il gap che la nostra Regione paga da decenni



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