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S.A. 12 febbraio 2013
«Zona franca doganale un bluff»
Inutile la lettera di Cappellacci secondo l´europarlamentare del Pd Francesca Barracciu, considerata la decorrenza del termine ultimo per la presentazione degli emendamenti alla bozza del nuovo codice doganale, fissato lo scorso 16 ottobre
«Zona franca doganale un bluff»

CAGLIARI - «La zona franca doganale è un bluff». L'espressione è di Francesca Barracciu, europarlamentare sarda del Pd, che definisce la lettera di Cappellacci all’Unione Europea - per fare della Sardegna una zona franca doganale integrale -, «l’ennesima presa in giro dei sardi in chiave elettorale». «La conferma l’ho avuta, e senza troppe difficoltà - dice - scoprendo che il termine ultimo per la presentazione degli emendamenti alla bozza del nuovo codice doganale era fissato al 16 ottobre 2012 e che quindi è scaduto ben 4 mesi fa».

«Chi conosce un minimo delle procedure parlamentari europee, il rigore dei tempi e del metodo con cui si lavora - prosegue - sa che arrivati a questo punto del processo non ci sono più spazi per proposte così complesse che richiedono, non banali letterine, ma negoziati politici tra i gruppi parlamentari, la commissione parlamentare Mercato Interno, la Commissione Europea, i governi nazionali e, ovviamente, le regioni interessate».

Una battaglia persa, secondo l'europarlamentare, che accusa la giunta sarda e il suo presidente di essere «gli oppositori della Sardegna che sulla pelle dei cittadini Sardi e sul futuro dei nostri bambini, assumono posizioni ed ingaggiano battaglie che oggi ci portano al solo sperpero di tempo e risorse, sapendo di andare incontro ad un sicuro insuccesso». E li invita «a impegnarsi con serietà e dedizione in quelle battaglie che possono consentirci di portare a casa dei risultati concreti nell'interesse della popolazione Sarda: concreta attuazione al principio di insularità, politiche di continuità territoriale, interventi nel settore dei trasporti e dell'agricoltura, politiche di sviluppo regionale e di coesione territoriale».

Nella foto: Francesca Barracciu
19/11/2025
Abbiamo più volte spiegato con chiarezza che per difendere la Sardegna dagli effetti negativi dell’autonomia differenziata bisogna attivare e modernizzare le norme di attuazione dello Statuto speciale, l’unico strumento in grado di rendere realmente operativo il principio di insularità inserito in Costituzione e di colmare il gap che la nostra Regione paga da decenni



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