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Red 5 novembre 2015
Bacini a secco nell´Isola: la mappa dell´emergenza
Nell’invaso del Liscia (Gallura) disponibile la metà dell’acqua rispetto a un anno fa. Chiusure notturne dell’erogazione a Sassari e Alghero. A rischio anche il Nuorese. Si salva, per ora, il sud dell´isola
Bacini a secco nell´Isola: la <i>mappa</i> dell´emergenza

SASSARI - Bacini a secco, col nord dell’Isola soprattutto in piena emergenza idrica. «Sono preoccupanti i livelli di scorta dei principali laghi che approvvigionano le province di Sassari e Nuoro, ma soprattutto la Gallura. In alcuni centri sono già scattate le restrizioni e se non dovessero arrivare precipitazioni sufficienti a ricostituire le scorte si rischiano ulteriori limitazioni nelle prossime settimane». La denuncia arriva da Abbnaoa, il gestore del servizio idrico integrato in Sardegna.

Il quadro della situazione è quindi complicato e rischia il peggioramento. Alla base di tutto c’è l’approvvigionamento: la Sardegna non può contare sulla risorsa presente in Natura, come succede nelle altre regioni d’Italia. Nell’Isola l’85 per cento delle risorse idriche (il 26 per cento utilizzato per uso civile, il 68 per cento per uso irriguo e il 6 per cento per uso industriale) provengono dai bacini di superficie, laghi artificiali, la cui capienza e disponibilità d’acqua sono soggette alle variazioni climatiche. La situazione cambia quindi di anno in anno, migliorando o peggiorando a seconda della piovosità. Non solo. Le acque sono di scarsa qualità e hanno bisogno di complessi processi di potabilizzazione messi a dura prova quando i livelli dei laghi sono ai minimi termini come in questo periodo. Il restante 15 per cento dipende da fonti locali (sorgenti e pozzi) anch’esse soggette agli andamenti stagionali.

Sassari e provincia. Tutto il sistema idrico della Sardegna nord occidentale (laghi Coghinas, Bidighinzu, Cuga, Temo e Casteldoria) è in sofferenza: appena 161,89 milioni di metri cubi d’acqua (pari al 47,35 per cento della capienza autorizzata dei laghi). Di conseguenza si è notevolmente ridotta la produzione di acqua da distribuire in rete. Stasera a Sassari sarà necessario sospendere l’erogazione dalle 18 fino alle 4 di domani mattina nei quartieri serviti dal serbatoi di via Milano alimento dal potabilizzatore del Bidighinzu: Luna e Sole, Monte alto e medio, Monserrato, centro storico alto (a partire da Piazza Castello a salire verso Via Duca degli Abruzzi), Porcellana, Tingari, Valle Gardona e Gioscari. Dallo scorso fine luglio le chiusure erano programmate dalle 22 alle 4. Ulteriori restrizioni sono già operative da agosto a Ittiri, Tissi, Ossi, Osilo, Muros, Uri, Sorso, Sennori e Codrongianus: tutti centri dipendenti dal lago Bidighinzu per cui l’Enas ha chiesto una riduzione del prelievo da 550 a 450 litri al secondo.

Alghero. Anche ad Alghero venerdì e sabato 7 novembre sarà necessario eseguire chiusure notturne dell’erogazione dalle 24 alle 5. Le scorte dei serbatoi di Monte Agnese, potabilizzatore che si rifornisce prevalentemente dal Cuga, sono in sofferenza ed è necessario far aumentare i livelli di acqua immagazzinati per evitare disagi maggiori all’utenza.

Gallura. La situazione più critica è quella dell’invaso del Liscia che alimenta gran parte della Bassa Gallura, compresa Olbia. I dati dell’Agenzia regionale del Distretto idrografico della Sardegna segnano una disponibilità d’acqua pari a metà di quella disponibile l’anno scorso: 62,86 milioni di metri cubi (il 65,37 per cento della capienza autorizzata del lago) al 31 ottobre 2014 contro gli appena 35,84 milioni di metri cubi (34,46 per cento) al 31 ottobre 2015. Di conseguenza la quantità d’acqua fornita dall’invaso è divenuta molto scadente con un’alta concentrazione di torbidità e manganese intorno ai 500 microgrammi per litro. Tale situazione attualmente non consente di garantire un completo processo di potabilizzazione nell’impianto dell’Agnata. In alcuni centri come Olbia, Golfo Aranci e Arzachena sono scattate le ordinanze di non potabilità. Dove i collegamenti tra acquedotti lo consentono, sono state attivate fonti alternative di approvvigionamento: a Santa Teresa, Palau e La Maddalena è stata dirottata acqua dal potabilizzatore di Pedra Majore che ha consentito una migliore miscelazione dell’acqua distribuita nelle reti comunali.

Nuorese. In sofferenza, ma nella media stagionale, sono anche gli invasi Olai e Govossai, che alimentano Nuoro e diversi centri della provincia. Attualmente, però, non sono previste restrizioni. La maggiore criticità riguarda l’invaso del Torrei (Aritzo, Tonara, Mandrolisai e Barigadu) con appena 226mila metri cubi, sufficienti per appena 50 giorni e con qualità dell’acqua sempre più scadente man mano che si attingerà dal fondo dell’invaso. Per far fronte all’emergenza sarà richiesta un’integrazione all’Enel dall’invaso del Taloro. Livello di allerta anche per il lago Maccheronis dal quale dipendono i centri dell’Alta Baronia. In controtendenza, invece, lago del Cedrino (Bassa Baronia) che ha maggiore risorsa rispetto all’anno scorso: 11,28 milioni di metri cubi contro i 4,41 milioni nel 2014.

Sud Sardegna. Tutto il sistema Tirso-Flumendosa (Province di Cagliari, Oristano e Medio Campidano), del Sulcis e dell’Ogliastra sono a livello di preallerta, ma con sufficienti scorte.



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