Red
29 luglio 2019
Cinema ad Alghero: si parte dal Centro
Martedì, taglio del nastro per l’edizione 2019 del festival con l’attore francese Henri-Noel Tabary, il regista Emanuele Gaetano Forte, il compositore Giacomo Forte, la proiezione dei primi tre film e lo straordinario itinerario cine-turistico

ALGHERO – Martedì 30 luglio, dalle ore 18, nel centro storico di Alghero, taglio del nastro per l’edizione 2019 di “Cinema delle terre del mare”, il festival realizzato dalla Società Umanitaria di Alghero, in collaborazione con l’Assessorato regionale alla Cultura, il Comune di Alghero e la Fondazione Alghero, con il sostegno della Fondazione Sardegna film commission. Il cinema internazionale con l’attore francese Henri-Noël Tabary, lo spazio indipendente italiano con Emanuele Gaetano Forte, la musica per il cinema con il compositore Giacomo Forte ed i B-movies di ambientazione sarda saranno gli ingredienti di una prima giornata già densa di contenuti, ai quali si aggiungerà il primo suggestivo itinerario cine-turistico, un movietour in cui i partecipanti saranno accompagnati nei luoghi che hanno fatto da sfondo ai grandi film ambientati in Riviera.
La serata si aprirà alle 18, al Teatro Civico, con la proiezione di “Al di là del risultato”, per la sezione “Indie”, che raccoglie le migliori opere indipendenti sui temi sociali. Il film racconta le vite e gli orizzonti limitati di quattro ragazzi a cui sta stretta la dimensione del loro cittadina d’origine, Formia, paradigma di una provincia sempre uguale a se stessa da cui è difficile sfuggire davvero. Ad accompagnare la pellicola saranno il regista Forte, classe 1991, che con questo lavoro esordisce nel lungometraggio, ed il compositore della colonna sonora Forte, due anni più giovane, che scrive musica per il cinema ed il teatro. Alla stessa ora, ma a Lo Quarter, per il ciclo “Sardegna B moviesi” (ovvero, gli storici film che hanno visto l’Isola come set naturale), si proietta “2+5 Missione Hydra”, di Pietro Francisci, un film del 1966, che è stato un laboratorio di sperimentazione, cinema d’avanguardia, quasi un manifesto di fantascienza dadaista.
Per chi invece preferisce scoprire gli angoli più suggestivi e la storia culturale recente di Alghero, ecco il primo degli itinerari cine-turistici, un progetto nato lo scorso anno da un'idea della Società Umanitaria, in collaborazione con A S'Andira (Agenzia di servizi per il turismo culturale in Sardegna) e con Maria Cau, che da oltre trent’anni si occupa di valorizzazione e promozione di territori non inclusi nei circuiti turistici tradizionali. Appuntamento allora alle 18, allo Scalo Tarantiello, per un movietour fuori e dentro le mura di Alghero: un percorso di 2h30' con tour a piedi ed aperitivo alla birreria Sant Miquel, una passeggiata nel centro storico tra le piazze, i monumenti e le lussuose ville neoclassiche del Lungomare che hanno ospitato set cinematografici, sulle tracce di Richard Burton e della leggendaria e controversa figura di Graziano Mesina, raccontata nei film “Barbagia. La società del malessere” ed “I protagonisti”. Un racconto tra storia, cultura e costume, verità e leggenda, quotidianità e mito. (Per ulteriori informazioni e prenotazioni, si può telefonare al numero 328/9226392, o inviare una e-mail all'indirizzo web asandira@gmail.com. Il biglietto costa 5euro).
Gran finale della prima giornata del festival, per il ciclo “Night on earth”, all’insegna del cinema internazionale: a partire dalle 22, al Mirador Giuni Russo, a strapiombo sul mare con vista sulla Riviera, si proietta “Une vie violente” (Una vita violenta), film francese del 2017 in lingua originale con sottotitoli in italiano. Una storia ambientata su un’isola gemella, la Corsica, che racconta il confine sottile tra la militanza politica (di stampo radicale indipendentista) e la clandestinità. In programma l’incontro con uno dei protagonisti del film, l’attore Tabary, non ancora 30enne e già interprete di cinque lungometraggi. «Anche se Una vita violenta nasce da eventi realmente accaduti, - spiega il regista del film Thierry de Peretti - esplora una zona più mentale e storica. Si occupa di elementi del passato che perseguitano il presente. È un racconto epico sulla storia di una generazione».
Nella foto: Henri-Noel Tabary
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