A.B.
4 novembre 2009
Crisi chimica ed accordo Eni, se ne parla in Provincia
Il Consiglio provinciale ha licenziato un documento sull’argomento

SASSARI – Ieri, il Consiglio Provinciale di Sassari ha approvato l’Ordine del Giorno sulla situazione di crisi dello stabilimento Petrolchimico di Porto Torres e di valutazione dell’accordo “Eni” per la realizzazione dei depositi di prodotti petroliferi.
Non è la prima volta che i consiglieri provinciali intervengono sulla crisi industriale del polo chimico di Porto Torres, richiamando la necessità che ogni scelta ed azione riguardante lo sviluppo economico e sociale del nord ovest della Sardegna, pur dentro un contesto generale, deve essere supportata dalla volontà, dalla condivisione e dalle indicazioni dei rappresentanti dei cittadini.
A tale proposito, si legge nel documento sottoscritto da Carmelo Piras, Paolo Battino, Gavino Sechi, Gianni Carbini, Nicola Sanna, Gianfranco Strinna, Gian Nicola Cabizza, Enzo Mastino, Giovanni Ruiu, Antonio Tanca, Michele Pala, Gavino Sale, Michele Calaresu, Gaetano Ledda, Bastianino Sanna ed Enrico Piras, illustrato dalla prima firmataria Alba Canu, «Il Consiglio Provinciale prende atto con grande contrarietà che è stata firmata un’intesa tra l’Eni e le rappresentanze sindacali nazionali dei chimici sul destino del nord ovest della Sardegna e dell’area industriale di Porto Torres, in totale dispregio della posizione e delle indicazioni dei legittimi Rappresentanti dei cittadini negli enti locali e delle “Ooss” del territorio e regionali».
Sul fronte del rapporto con la Giunta Cappellacci, il Consiglio ritiene atto gravissimo che il presidente della Regione Sardegna abbia avocato a se ogni decisione circa le soluzioni e gli interventi sulla grave situazione occupazionale ed economica, sciogliendo di fatto, il tavolo dell’area di crisi del Sassarese e sostituendolo con il Comitato anticrisi di emanazione regionale, con l’evidente esclusione delle rappresentanze politiche e sociali del territorio.
Il dibattito in Consiglio ha messo in risalto, dati alla mano, come il contenuto dell’intesa Eni sia totalmente insufficiente a salvaguardare il tessuto industriale di Porto Torres e rappresenti l’atto finale di un’evidente volontà da parte dell’Eni di svincolarsi da impegni assunti, a fronte di un gravoso peso per il territorio di Porto Torres quale luogo di deposito di prodotti petroliferi per l’intero bacino del Mediterraneo.
L’Ordine del Giorno denuncia che, se si realizzasse il “supermarket” dei prodotti petroliferi di un milione e seicentomila tonnellate, così come l’accordo Eni prevede, la costa nord ovest della Sardegna ed il mare diventerebbero rispettivamente piattaforma di servizio e vie di traffico intenso di oltre seicento petroliere. «La realizzazione di un tale scempio per il territorio - prosegue il documento - impedirà ogni possibile sviluppo di altra economia legata all’ambiente, al turismo e alle attività della pesca. Contro tale progetto, già avanzato dall’“Endesa” con l’accordo “Vitol” per l’affitto dei serbatoi di stoccaggio del combustibile petrolifero, posti nell’area del “Gruppo 1”e “2” della termocentrale di Fiume Santo, il Consiglio Provinciale si è già espresso con un’OdG del maggio 2008».
I consiglieri, inoltre, ribadiscono che gli investimenti per le bonifiche dei siti inquinati, considerati nell’accordo come parte della trattativa, sono da ritenersi materia non disponibile per scambi e contrattazione e rivendicano, si legge nel documento «...il rispetto dei dettati di legge in merito al risanamento dei siti industriali da parte dell’Eni e la restituzione al Territorio delle aree risanate per incentivare l’impianto e il consolidamento di nuove imprese. Si tratta di interventi fondamentali per il rilancio dell’economia, che non possono far parte di alcun accordo o scambio perché riferiti a obblighi di legge ampiamente riconosciuti».
Il Consiglio, nel ribadire la ferma volontà a contestare l’accordo Eni ed a contrastare i possibili effetti sul territorio, da indirizzo alla presidente della Provincia perché mantenga salde le relazioni sindacali unitarie territoriali affinché l’azione complessiva sia coesa ed efficace nel raggiungimento dell’obiettivo dell’effettivo rilancio del Settore con appositi investimenti, e richieda autorevolmente l’attivazione di un Tavolo Nazionale con il Governo che affronti in modo complessivo e concreto la crisi della chimica nel nord ovest della Sardegna, con la presenza della Provincia, degli Enti Locali, della Regione Autonoma della Sardegna e delle Organizzazioni sindacali territoriali.
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