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Luciano Deriu
22 giugno 2012
L'opinione di Luciano Deriu
Assessore, non scherziamo sul Calich
Come associazione si era deciso di sospendere qualsiasi intervento in periodo di elezioni amministrative, ma l’uscita pubblica dell’Assessore regionale ai Lavori Pubblici, Angela Nonnis sul tema del Calich non può passare sotto silenzio. È positivo che le dichiarazioni dell’assessore confermino la stretta relazione che esiste tra il fenomeno della marea gialla e l’impianto di depurazione di San Marco, ciò che più volte era stato occultato dai responsabili dell’amministrazione algherese. Ma per il resto l’assessore ai Lavori Pubblici sembra davvero poco informata sulle caratteristiche del problema. Come rimedio d’emergenza propone di versare per i tre mesi estivi tutte le acque nelle campagne della Nurra algherese. È una sorta di allagamento forzato delle campagne, i cui danni sono facilmente prevedibili, come prevedibile sarà la rivolta degli agricoltori.
Salvare i balneari a danno dei contadini, non sembra una buona idea. Intendiamoci: l’utilizzo delle acque reflue in agricoltura è un metodo virtuoso, diffuso nel mondo. Ma è intervento delicato perché mette in gioco la salubrità degli alimenti e ha necessità di monitoraggi rigorosi e adeguamenti continui. Al momento ci sono problemi perfino per il conferimento di quel trenta per cento di reflui previsto dal Piano di utilizzo perché gli agricoltori denunciano molti difetti nelle acque depurate destinate all’irrigazione. Sembra che l’assessore non abbia consultato neppure i funzionari della Regione. La Legambiente ha sentito la Direzione Generale del Distretto Idrografico della Sardegna che ha funzione di segreteria tecnico-operativa dell’Autorità di bacino e di struttura tecnica per l’applicazione delle norme della direttiva 2000/60/CE.
Per il Calic le proposte tecniche della Direzione Generale vanno in tutt’altra direzione. Le soluzioni allo studio sono quelle di alleggerire la portata degli sversamenti nel Calic, utilizzando reti già esistenti per conferire i reflui in parte nella piana di Tottubella e in parte in direzione del rio Manno-mare. Quello che invece l’assessore sapeva sicuramente è che l’Autorità di Bacino ha da tempo deliberato la costruzione di una quarta linea di sedimentazione per il depuratore algherese. Un intervento sicuramente utile. L’assessore se ne ha attribuito il merito e questo è legittimo, soprattutto in periodo elettorale. Ma non c’entra niente con la marea gialla, la quale è costituita da microrganismi algali in sospensione. E c’entra poco con il miglioramento dell’utilizzo irriguo delle acque, perché ciò che lamentano gli agricoltori è la presenza di sostanze chimiche come i cloruri. Il “sedimentatore“ serve invece per far depositare sostanze solide di fondo, fanghi e sabbie.
Per il problema ambientale del Calic si possono prospettare diverse soluzioni. Una è quella integrata con una differenziazione dei reflui su diverse destinazioni. Una parte può essere utilizzata in agricoltura espandendo l’area di irrigazione ad altri comuni del territorio. Una seconda parte può essere trattata con un sistema di fitto depurazione naturale che permetterebbe di conferire al Calic una quantità molto limitata di reflui, ulteriormente depurati. Infine la parte rimanente può esser indirizzata verso il mare, attraverso condotte già esistenti. Portate diversificate consentono di limitate le quantità e rendere sostenibile l’impatto ambientale. Il modello non è lontano dal sistema depurativo di Cagliari. Che ha il difetto di essere troppo sbilanciato verso il mare, ma ha un impiantato di fitto depurazione sugli stagni che funziona molto bene. Alghero, per le piccole dimensioni, può fare meglio.
*segretario Legambiente Sardegna
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