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Editoriali
20/1/2014
Aveva scelto Alghero, fin dal 1968, dove aveva investito i primi guadagni della Scala… E aveva stabilito una relazione molto riservata con la città catalana senza imporre la sua prepotente personalità
18/1/2014
Inaugurando la sua campagna elettorale, da Cagliari a Sassari, Pigliaru ha ridato a Cappellacci il suo vero ruolo di nemico principale.
14/1/2014
L’opinionista del «Corriere della Sera» Pierluigi Battista scopre una nuova malattia della politica italiana: «il mal di Sardegna». L’epidemia sarebbe cominciata con la decisione di Beppe Grillo di non presentare il simbolo delle 5Stelle alle prossime regionali per paura di un clamororoso flop elettorale. La sindrome spiega bene anche i sintomi evidenti di malessere del Nuovo Centrodestra di Angelino Alfano. Una lettura della politica sarda che viene fatta discendere dalla scelta del Pd di mettere in gioco tutto il prestigio di Francesco Pigliaru e di una candidatura con la fedina penale pulita. Che non tutti i politici sardi possono esibire. Ma la vera domanda riguarda Pigliaru: riuscirà il prorettore di Cagliari a parlare all’elettorato di Michela Murgia per vincere contro Cappellacci?
10/1/2014
In dirittura d´arrivo la composizione ufficiale della schiera di aspiranti consiglieri regionali col marchio "Made in Alghero". Ma per arrivare a Cagliari si vince in Provincia e spesso non bastano i consensi locali. I più scettici già parlano di bagno di sangue annunciato
9/1/2014
Si va diffondendo nell’opinione pubblica di centrosinistra l’idea che il peggio sia passato. In realtà adesso Pigliaru prima di dimostrare di saper governare deve dimostrare di saper vincere. E non sarà semplice. Il caso Cappellacci, con il centrodestra al potere che si dimostra refrattario alla questione morale, e il caso Cinquestelle che suicida il proprio movimento evitando persino di candidarsi, sono l’emblema della doppia natura dell’anti-politica in Italia. Con Berlusconi abbiamo visto l’anti-politica crescere dentro il potere della politica, con il Movimento Cinquestelle il populismo si alimenta scegliendo l’opposizione, a ogni costo. Ecco perché il voto sardo sarà un modello per tutta la politica nazionale.
6/1/2014
L’avversario di Cappellacci non è un pupazzo ma un professore che pubblica in inglese, sa di filosofia dell’ economia, conosce la macchina amministrativa e politica della regione e rappresenta la risposta più trasparente alla questione morale che sta distruggendo la classe politica sarda. Nella guerra dei «capibastone» ha vinto il Pd riuscendo a trovare un candidato che sa di politica senza essere un uomo di partito. Non hanno vinto né Lai né Soru però. E se Pigliaru saprà tradurre in carisma politico la sua immagine di professore capace di mettere insieme competenze tecniche e scelte politiche sarà la politica stessa a ritrovare la sua legittimità perduta. Un problema non solo per l’antipolitica di Cinquestelle ma anche per il vario indipendentismo di Michela Murgia
5/1/2014
Lo diceva anche Carlo Quinto parlando dei sardi: «Pocos locos y malunidos». È la fotografia del Pd sardo che si prepara a partorire il nome del candidato che dovrà succedere a Francesca Barracciu. Eppure, se il travaglio avrà fine, questo lunedì, è diffusa l’opinione che con un candidato di prestigio la partita contro Cappellacci sarebbe ancora aperta per il Pd. Sarebbe insomma finito il silenzio operativo di Renzi che sperava in una decisione tutta sarda. Così a presiedere la ecco il «segretario sostituto» Luca Lotti, responsabile dell’organizzazione del Pd nazionale. Un commissariamento di fatto del Pd sardo. Che non dispiace a Silvio Lai, che così vede rafforzare la sua segreteria sgombrando il campo da tutti i presunti plenipotenziari sardi del segretario nazionale. Un sconfitta invece per Soru se il prescelto fosse compreso nella coppia dei rettori, Francesco Pigliaru, il prorettore di Cagliari sarebbe in testa con l’appoggio di Cuperlo e Letta, e il rettore di Sassari, Attilio Mastino…
3/1/2014
Manca una manciata di ore al principio della riunione definitiva, ore 16 del 4 gennaio. E mancano solo una manciata di settimane al voto. Ma dopo il ritiro non ancora formalizzato di Francesca Barracciu, il Pd si è di nuovo incartato. E non solo per colpa dei maiuscoli «NO» del padre di Tiscali che rendono impraticabile, per ora, una scelta unitaria... Potrebbe essere vincente, se il Pd saprà scegliere un nome di primo rango, si tratti di Pigliaru o di Mastino invece che del silente Siddi. Soprattutto se a sostenere la candidatura dell’inquisito Cappellacci arriverà in soccorso il condannato Berlusconi. Invece tutto sembra in alto mare. Sembra. Perché di fronte alla guerra fra le fazioni sono in molti a pensare di ricorrere al parere dei grandi tessitori del potere reale nella Sardegna di centrosinistra. Una specie di arbitro. Che tutto sa della politica sarda e nazionale, ma dalla politica politicante si è allontanato: Antonello Soro, garante dell’Autorità per la Privacy... e non è il solo a chiamarsi Antonello...
1/1/2014
Sono in molti a pensare che la smentita di Parisi alla possibilità di una sua candidatura in terra di Sardegna debba essere letta come un attacco a tutto il Pd sardo: non solo a Silvio Lai ma anche a Renato Soru, artefici prima della vittoriosa candidatura di Franceca Barracciu alle primarie e poi della sua rinuncia. Ma seguendo il fio del ragionamento del professore entrato in politica con Romano Prodi, inventore con lui dell’Ulivo e delle primarie, viene spontanea una domanda di fronte alla possibilità che Forza Italia scelga l’isola per dimostrare la sua spinta propulsiva: cosa risponderebbe Parisi se Renzi gli chiedesse di candidarsi non solo per battere Cappellacci ma anche per rottamare Berlusconi?
31/12/2013
Fra le ragioni che hanno portato alla rinuncia di Francesca Barracciu c’è anche il prestigio del candidato sostituto, il più probabile finora. Ma adesso che il Pd sardo si è mostrato dotato di una autorità sufficiente per imporre la sua politica i giochi poterebbero riaprirsi. Pigliaru infatti, potrebbe rimanere impaniato nel veto di Soru... C’è poi da valutare quanto conterà il voto della ex candidata che sarà decisivo (come è nei patti). Finora Renzi ha fatto sapere che si tratta di una questione tutta sarda. Ma adesso che in gioco c’è una vittoria di nuovo possibile, difficilmente potrà astenersi dall’influire sul primo degli appuntamenti elettorali della sua segreteria. Potrebbe bastare meno del trenta per cento per vincere. Ed allora ecco farsi avanti uno strano candidato...



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