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Red 29 marzo 2018
Quartiere sicuro: cinque arresti ad Olbia
Dalle prime ore di questa mattina, i Carabinieri, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Tempio Pausania, hanno arrestato cinque indagati, a vario titolo, per tentato omicidio, rissa e porto abusivo di oggetti atti ad offendere
Quartiere sicuro: cinque arresti ad Olbia

OLBIA - Dalle prime ore di questa mattina (giovedì), i Carabinieri del Reparto Territoriale di Olbia, insieme allo Squadrone Eliportato Cacciatori di Sardegna ed al decimo Nucleo Elicotteri di Olbia, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Tempio Pausania su richiesta della stessa Procura della Repubblica che ha concordato con le risultanze investigative dei Carabinieri della Stazione di Olbia Centro, hanno arrestato cinque indagati, a vario titolo, per tentato omicidio, rissa e porto abusivo di oggetti atti ad offendere. L’indagine si è sviluppata dopo una rissa avvenuta vicino ad un bar del capoluogo gallurese nel pomeriggio del 27 febbraio.

Quel giorno, all’arrivo delle pattuglie, le persone coinvolte nella rissa erano in parte fuggite, mentre chi era rimasto era stato trasportato in ospedale, a causa delle gravi ferite riportate. Il primo sopralluogo aveva quindi consentito di individuare solo una parte delle persone che avevano partecipato o assistito alla rissa. Le pattuglie della Stazione di Olbia Centro e del Norm hanno effettuato un sopralluogo e questo ha consentito di trovare, abbandonate e nascoste sotto un’auto, le “armi” utilizzate per la spedizione punitiva. Da quel momento, una parte dei militari si è dedicata a chi era stato trasportato al Pronto soccorso ed una parte alla ricostruzione dei fatti, sviluppando quanto rinvenuto vicino a Corso Vittorio Veneto.

Le indagini della Stazione di Olbia Centro, incrociando le risultanze dei filmati delle telecamere di sicurezza del Comune, dei tabulati telefonici, delle testimonianze acquisite, delle impronte digitali e delle tracce ematiche rilevate sulle spranghe di ferro da cui è stato possibile risalire al dna di alcune persone, hanno portato all’arresto dei cinque indagati, tutti di origine albanese e residenti ad Olbia, di età compresa tra i 43 ed i trent'anni. I cinque, eseguite le formalità di rito ed i decreti di perquisizione, sono stati accompagnati nelle carceri di Sassari e Tempio Pausania a disposizione dell’Autorità giudiziaria. Nel corso dell’operazione di questa mattina, sono stati individuate ed identificate altre due persone che, verosimilmente, dalle ricostruzioni, avevano partecipato alla spedizione punitiva e saranno deferiti in stato di libertà.



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