S.A.
29 novembre 2023
Malati sardi di Parkinson in aumento
Si stima che in Sardegna siano oltre 4mila i sardi malati. Il centro Parkinson, che afferisce alla Neurologia del Policlinico Duilio Casula diretta della professoressa Monica Puligheddu, si prende cura di circa 800 pazienti provenienti da tutta l’Isola

CAGLIARI - I malati di Parkinson sono in aumento. E una delle cause è l’invecchiamento della popolazione. Si stima che in Sardegna siano oltre 4mila i sardi malati. Il centro Parkinson, che afferisce alla Neurologia del Policlinico Duilio Casula diretta della professoressa Monica Puligheddu, si prende cura di circa 800 pazienti provenienti da tutta l’Isola. «La prevalenza della malattia di Parkinson - spiega il dottor Marcello Mascia, neurologo del Policlinico Duilio Casula - è stimata in aumento in relazione all’invecchiamento della popolazione». Si tratta, del resto, di una delle più comuni malattie neurodegenerative, seconda solo all’Alzheimer. I sintomi motori della malattia, spiega lo specialista, «sono il tremore, presente in circa il 75% dei pazienti, la bradicinesia (lentezza nel movimento), la rigidità (aumento del tono muscolare) e l’instabilità posturale». Tra i sintomi non motori troviamo: ansia, depressione, disregolazione del sistema nervoso autonomo con stipsi, ipotensione ortostatica, dolore, deficit olfattivo e deficit cognitivi.
Attualmente non ci sono farmaci con provata efficacia nel rallentare il processo degenerativo; tuttavia, diversi studi hanno mostrato come l’esercizio fisico oltre che ridurre il rischio di sviluppo della malattia possa anche rallentarne l’evoluzione. La progressione della malattia seppur estremamente variabile tra un paziente e l’altro, può portare ad una condizione nella quale i farmaci non sono più in grado di controllare i sintomi in maniera costante nell’arco della giornata, con l’alternarsi imprevedibile di fasi “ON” di buon controllo e “OFF” di ricomparsa dei sintomi. Nel Centro Parkinson del Policlinico Duilio Casula vengono gestite le terapie infusionali sottocutanee ed enterali di fase avanzata di malattia e inoltre viene effettuata la selezione dei pazienti candidabili alle terapie chirurgiche.
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