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Monica Caggiari 25 febbraio 2005
Riforma Moratti, Alghero propone un Comitato Civico per la sua abrogazione
Dall’incontro al Liceo Scientifico è emersa l’insoddisfazione di insegnanti, personale Ata e genitori, decisi a far sentire la propria voce anche attraverso un comitato civico contro la Legge 53/2003
Riforma Moratti, Alghero propone un Comitato Civico per la sua abrogazione

ALGHERO. «La riforma scolastica si era resa necessaria, ma avrebbe dovuto essere una combinazione delle varie riforme già attuate e fungere da modificazione che tendesse ad unire ogni ordine e grado scolastico, per favorire il raggiungimento di un’istruzione di base completa». Invece, secondo la referente provinciale della CGIL Scuola, Caterina Mura, così non è stato. Questo è quanto è emerso durante l’incontro di mercoledì 23 febbraio, al Liceo Scientifico cittadino, sul tema “La Riforma della Scuola colpisce anche le Superiori”. Durante la serata, alla quale hanno partecipato insegnanti di vari istituti cittadini e alcuni genitori, il referente del Centro nazionale CGIL Scuola e componente del Consiglio nazionale Pubblica istruzione, Vito Meloni, ha illustrato i punti fondamentali del decreto attuativo, riferito alla Legge 53/2003, la cosiddetta Riforma Moratti. Secondo il sindacalista la legge prevede la riduzione di ore scolastiche, la diminuzione dell’obbligo scolastico (8 anni complessivi) e una notevole scarnificazione delle materie fondamentali a favore di un elevato numero di ore facoltative, che rischierebbero di portare a percorsi incompleti d’istruzione.
Dalla documentazione, che ancora non è stata vagliata dal Consiglio dei Ministri perché in fase di stesura, emergerebbe, inoltre, una forte selezione tra chi proseguirà gli studi o meno già dalle scuole elementari. Nei programmi del Ministero vi sarebbero anche precetti moraleggianti sulla formazione spirituale: «Mettere mano al secondo ciclo –così Meloni– introduce forti condizionamenti là dove si forma il senso comune». Attraverso numerosi altri temi, dall’introduzione di figure professionali con contratti atipici, che prefigurano l’incertezza e il precariato, passando per l’autonomia finanziaria che impone alle regioni la ricerca nel settore privato di fondi per le scuole, si è poi arrivati agli interventi della platea. L’insoddisfazione e i forti dubbi, espressi dai presenti, hanno portato alla proposta, da parte di un docente dell’Alberghiero, di formare un comitato cittadino per una compatta mobilitazione della società civile contro questa riforma, che secondo numerosi docenti «mina alla base la crescita culturale di chi sarà il futuro della Nazione. Perché la scuola non è un servizio qualunque, ma uno strumento d’elevato spessore democratico, direttamente riferito ai principi della nostra Costituzione».
Nei prossimi giorni sarà anche reso noto come poter aderire al comitato cittadino, il quale medita anche di presentare una richiesta di un referendum abrogativo della Legge 53/2003.
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