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Red
20 settembre 2012
"Modello Alghero" irrompe Bruno
Il vicepresidente del consiglio regionale interviene sul "Modello Alghero". E lancia una grande proposta: il confronto nei quartieri e nelle borgate con i cittadini. E detta la sua agenda: dal ruolo dei partiti all’emergenza Calich, dalle competenze tecniche della giunta all’edilizia residenziale: «Non costruzione (neanche a Maria Pia), ma riqualificazione»

ALGHERO - Mentre le forze politiche di Alghero studiano le prime mosse della imminente verifica, Mario Bruno interviene nel dibattito su quello che Alguer.it ha definito il "Modello Alghero", aperto da Sardegna Democratica, il web giornale che fa riferimento a Renato Soru. Bruno, vicepresidente del consiglio regionale, eletto con i voti di «4000 algheresi e altri 1310 del resto della provincia» rivendica con trasparenza il suo ruolo nelle scelte politiche che hanno portato Stefano Lubrano al governo della città. Scrive Bruno dopo aver fatto un po' di storia delle sconfitte della sinistra aa Alghero, dopo la giunta presieduta da Carlo Sechi 15 anni fa: «In diversi nell'ultimo anno mi hanno chiesto di accettare la candidatura a Sindaco di Alghero. Ho maturato, nel confronto con i cittadini (quelli stessi che - con le porte sempre aperte - incontro da otto anni ogni settimana per rendere conto della mia attività) la decisione di proseguire nell'impegno in Regione, per coerenza con il mandato ricevuto. Non è mai mancato l'impegno per la mia città e non mancherà certo adesso. Anzi. Ho anche detto, contestualmente, che avrei contribuito ad indicare un candidato alle primarie in grado di ben amministrare la città e di rilanciare il centrosinistra. E l'ho fatto».
«L'ho fatto avendo contro tutti i potenti veri del mio partito. L'ho fatto sapendo che, in caso di sconfitta, avrei concluso il mio impegno politico diretto. Stefano Lubrano mi è sembrato la persona giusta per un progetto di cambiamento e di crescita della città. Non è mai stato di destra, ha sempre votato a sinistra, tranne alle ultime regionali, quando ha espresso, secondo me sbagliando, il voto a Cappellacci». Bruno non esita a toccare anche i punti più sensibili del dibattito, sui quali la polemica politica e culturale si è esercitata senza infingimenti. Sottolinea Bruno, rivendicando l'appartenenza al Ccentrosinistra del sindaco Lubrano, sebben venga da destra: «Lubrano ha innanzitutto condiviso con il Centrosinistra un programma progressista e riformista e lo ha rappresentato, chiedendo i voti, in campagna elettorale, per le primarie e per le amministrative. Le ha vinte, col voto degli algheresi, convintamente. E in democrazia il voto popolare si rispetta, soprattutto perché è un voto condizionato ad un programma ben preciso. Di centrosinistra». Continua il deputato regionale del Pd di Alghero sottolineando la bontà del programma del suo sindaco: «C'è scritto che al primo posto c'è il lavoro, creando e attraendo imprenditorialità nei diversi settori produttivi, investendo sui giovani, sui talenti, su coloro che con impegno cercano di emergere nelle professioni e nelle arti. E poi, più attenzioni al sociale, alle famiglie, alle politiche per la casa, all'edilizia agevolata e popolare. Non costruzione (neanche a Maria Pia), ma riqualificazione dei nostri quartieri e delle nostre borgate, risposte alle emergenze: dalle problematiche finanziarie delle casse comunali al disastro ambientale del Calich».
Nel rivendicare l'appartenenza alla sinistra della giunta Lubrano, Mario Bruno non esita a rivendicare anche scelte tecniche che difficilmente possono passare come scelte di Sinistra. Gli esempi più significanti sono sulla bocca di tutta la città: dal segretario particolare del sindaco al capo dell'ufficio stampa, lo stesso che con determinata diligenza ha applicato con piglio autoritario la legge di Marco Tedde, fino a tre mesi fa, confermato nello stesso incarico da Lubrano. Ma soprattutto la polemica che ha coinvolto la prosa di un grande scrittore sardo del valore di Marcello Fois, sul ruolo politico e professionale di Paola Scanu, consustanziale al Centrodestra e ai suoi partiti. Risponde Mario Bruno, incardinando la polemica sul programma di Lubrano: «Un programma vincolante. Una squadra di governo decisa insieme ai partiti del Centrosinistra con una sola condizione: le competenze. Tra queste c'è Paola Scanu, un bravo tecnico con propensione politica, non di destra come la si dipinge, che, come tutti gli assessori (Soru docet) risponde al Sindaco, alla quale ha affidato la delega al bilancio, in una situazione di disastro economico e contabile».
Il ragionamento di Bruno alla fine si fa incalzante toccando tutti i punti cruciali del futuro politico del "Modello Alghero": «Primo punto: chi sono gli assessori, qual è il loro status, hanno davvero rilevanza esterna e rendono conto ai partiti che li indicano o al Sindaco di cui sono collaboratori? Un mix difficile da raggiungere. Ad Alghero si può sperimentare, se - anche dopo i primi sessanta giorni, tanti ne sono passati dal varo della Giunta - si concedono fiducia e i giusti contrappesi. Altrimenti, è lecito che qualcuno dubiti che non contano tanto le linee politiche e i principi, ma chi è al comando in quel momento. Secondo punto: il ruolo dei partiti. Contribuiscono a determinare le politiche, con metodo democratico, dice l'articolo 49 della Costituzione: ad Alghero hanno costruito e condiviso il programma, ora sono a supporto dei 24 consiglieri comunali eletti dal popolo. Essi hanno potere di indirizzo e di controllo, non sono pro-quota 1/24 di esecutivo. Terzo punto: le alleanze. Ad Alghero, pur potendo allearci come chiesto da più parti, anche all'interno della coalizione, con Udc e Psd'Az, abbiamo voluto, con Stefano Lubrano, un'alleanza pura di centrosinistra. Omogenea e finalizzata ad un progetto di cambiamento».
In conclusione Mario Bruno rivendica il fattore tempo. Trascurando che la città, non certo per colpa della giunta Lubrano è stata devastata per tutta l'estate dalla deregulation lasciata in eredità dalla giunta di Tedde: per fare due esempi, dalla guerra dei decibel che ha reso la città invivibile per turisti e residenti e la sporcizia massima che ha fatto di un gioiello urbano un mondezzaio quotidiano. Finale di Mario Bruno, non senza qualche sottile polemica personale, ma con una proposta politica di grande impegno democratico: «Sono trascorsi solo due mesi d'estate. Non si possono ancora tracciare bilanci, ne accettare giudizi sommari o tanto meno basati su pregiudizi dovuti a scontri del passato, come nel caso del mio amico Carlo Mannoni, al quale avevo chiesto e rinnovo un impegno diretto per la città di Alghero, in continuità con quanto (tantissimo!) ha fatto da assessore. Ora ad Alghero, con umiltà, Stefano Lubrano ha chiesto una verifica insieme ai partiti. Ma attenzione: prestissimo partirà il confronto nei quartieri e nelle borgate, con i cittadini. Quella sarà la verifica vera, diretta, il carattere distintivo della proposta di Lubrano. I cittadini stessi saranno chiamati sistematicamente a contribuire alle scelte e a rivitalizzare una democrazia stanca che, dubito, solo interventi accademici possano rianimare».
Nella foto: Mario Bruno
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