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Stefano Idili
30 maggio 2005
Il Collegio gesuitico di San Michele, un monumento da salvare
Lo studio, introdotto alla presenza dell’Assessore alla Pubblica Istruzione Muroni nell’aula consiliare di via Columbano,è servito ad un recupero storico culturale di uno degli episodi architettonici più rilevanti del centro-storico di Alghero

ALGHERO - “Legati alla nostra città da un sentimento di appartenenza e di innata complicità, abbiamo rivolto la nostra attenzione al Collegio Gesuitico di S. Michele, un monumento che, pur, nel suo abbandono, con maestosa dignità mette un chiaro sigillo sulla memoria storica di Alghero. Rimane in noi la speranza e l’ambizione di dare così un piccolo contributo a salvare questa preziosa testimonianza del nostro passato, nei suoi valori, nei suoi spazi e nei suoi tempi”. Così gli studenti delle suole medie di via Tarragona e di via De Biase hanno introdotto il loro opuscolo intitolato "Il Collegio gesuitico di San Michele, un monumento da salvare nel centro-storico di Alghero". Lo studio, introdotto alla presenza dell’Assessore alla Pubblica Istruzione Muroni nell’aula consiliare di via Columbano, è stato curato, oltre che dagli alunni, anche dalle Professoresse Adele Ibba, Gonaria Contu, Ginetta Amadori e dai professori Franco Arras e Sergio Constantino, è servito ad un recupero storico culturale di uno degli episodi architettonici più rilevanti del centro-storico di Alghero. Il libretto, con un excursus storico e con un approfondimento fotografico sull’architettura dell’immobile, vuole dare rilevanza a quello che può essere considerato il cuore della parte antica della nostra città. La prima pietra dell’antico Collegio dei Gesuiti, che sorge all’interno de “Lo Quarter”, fu posta l’11 novembre del 1589, il giorno di San Martino. In attesa del completamento della struttura i gesuiti già dall’anno prima fondarono nella Chiesa di San Michele quella che fu la prima scuola pubblica di Alghero. I collegi rientravano nell’organizzazione del sistema scolastico dei gesuiti che era incentrato su alcune norme che regolavano non solo l’educazione scolastica degli studenti ma idealizzavano anche un modello di vita a cui tutti si dovevano attenere. All’interno dei collegi l’insegnamento morale e religioso era alla base della vita scolastica. In tutta Europa i gesuiti diffusero il loro modello educativo creando i presupposti per la creazione, anche ad Alghero, di poli di attrazione per intellettuali e studiosi cristiani. A seguito della soppressione dell’ordine, nel 1773, i Gesuiti lasciarono la città catalana e la struttura fu chiusa fino al 1950 quando dopo quasi due secoli riprese l’attività pastorale dell’ordine religioso. Quest’importante studio vede i professori ed i ragazzi delle medie, oltre che impegnati nel recupero della memoria storica di questa parte della città, decisi ha far finire lo stato di abbandono di “un frammento importante della storia della nostra città”. L’opuscolo, infatti, si chiude con un condivisibile appello rivolto alle istituzioni della città perché esse non restino indifferenti a quello che è un prezioso patrimonio storico e affinché esso venga valorizzato e tutelato soprattutto per non dimenticare una parte importante della storia di noi algheresi.
Nella foto: L´aula consiliare durante la presentazione dell´opuscolo
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