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Dolores Serra 24 settembre 2005
A Maristella i giovani lottano per riavere la loro palestra
Ma la famiglia che ha occupato alcuni locali dell’ex scuola elementare ribatte: «Noi non stiamo creando nessun disagio»
A Maristella i giovani lottano per riavere la loro palestra

ALGHERO - «Ridateci la nostra palestra». I giovani di Maristella chiedono a gran voce un intervento perché vengano loro restituiti i locali della ex scuola elementare, concessi dal comune al parroco della borgata per utilizzarli come centro di aggregazione sociale. E così è stato fino a venti giorni fa, quando nello stabile si è trasferita una famiglia senza chiedere alcuna autorizzazione.
«A giugno del 2005 - spiega Don Gennaro - l’assessore Angelo Caria mi chiese se potevo sgomberare, solo per il periodo estivo una delle due aule per dare spazio ai volontari del 118 in quanto i locali dell’ex scuola materna, che li ospitavano tutti gli anni, erano stati assegnati agli uomini del corpo forestale».
La stanza fu subito ceduta. Il problema chiave di tutta la vicenda è che i volontari in quei locali non sono mai arrivati e Don Gennaro di tutto questo non è stato messo al corrente da chi di competenza.
«L’oratorio è rimasto ammassato in una stanza fino agli inizi di settembre mentre i locali vuoti venivano occupati da una famiglia senzatetto», prosegue il racconto del parroco.
Don Gennaro vive da 15 giorni una situazione sgradevole: da una parte una famiglia disagiata che non può mandare via, visto che i locali sono di proprietà comunale; dall’altra alcuni abitanti della borgata che lo ritengono quasi complice di questa occupazione abusiva. Ma don Gennaro non è solo. Con lui i giovani di Maristella fanno fronte comune unendo la loro voce alla sua chiedendo di riottenere l’utilizzo dell’unico centro di aggregazione presente in borgata.
Difficile anche la situazione per la famiglia che si è ritrovata da un giorno all’altra sulla strada:
«Siamo stati sfrattati per telefono – si giustifica il capofamiglia Salvatore Piu - siamo stati costretti a dormire in tenda per dieci giorni, sfidando il brutto tempo, poi abbiamo saputo che a Maristella questi locali erano liberi e li abbiamo occupati. Noi non stiamo creando nessun disagio - prosegue l’uomo - non è assolutamente vero che stiamo negando l’utilizzo della palestra visto che per entrarci è necessaria un’altra chiave che noi non possediamo. Se il parroco aprisse la porta d’ingresso, i ragazzi potrebbero venire a giocare al centro tutte le volte che vogliono».
E’ evidente che urge una risposta concreta da parte del comune, al disagio che sta interessando l’intera comunità di Maristella.
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