Il candidato sindaco del Pd si è presentato alla stampa a fianco del segretario regionale Silvio Lai. L´assessore glissa le polemiche su Bruno ma lancia un appello ad alcune forze politiche...
ALGHERO - «Da oggi in poi è finita la polemica, da oggi si parla solo dei cittadini e i loro bisogni». Enrico Daga esordisce così nella conferenza stampa di presentazione della sua candidatura a sindaco per il Partito Democratico. E prende spunto anche dal vescovo Mauro Maria Morfino e la sua recente omelia pasquale: «bisogna mettere da parte i veleni e pensare al bene della città, ce l’ha chiesto anche il vescovo».
L'assessore provinciale sceglie di non nominare il rivale Mario Bruno, già consigliere regionale nelle fila del Partito Democratico, in corsa anche lui per Sant'Anna con una lista civica e altre tre raccolte tra il centro e la sinistra. Daga, due volte consigliere comunale e sfidante di Lubrano alle primarie del 2012 (in cui era arrivato secondo ndr), ringrazia i 24 candidati, presentati dal segretario cittadino Mario Salis e motivati dal segretario regionale Silvio Lai, entrambi seduti al suo fianco: «grazie di aver raccolto questa sfida con me» ha detto ai compagni di viaggio e agli attivisti a cui qualche minuto prima Lai aveva riconosciuto: «il Pd siete voi». Magari per rispondere all'ex (forse) collega di partito che alla presentazione della sua lista aveva affermato che «il Pd non si ferma certo in via Mazzini» (sede cittadina ndr).
Archiviate (per ora) le schermaglie a distanza, Daga tira dritto per oltre un'ora a parlare del suo programma diviso in «spot». Priorità al lavoro, «che si può creare solo attraverso un grande piano per il rilancio delle risorse che producono ricchezza, in tutti i sensi», spiega Enrico Daga. Cita Surigheddu e Mamunthanas, Maria Pia, il palazzo dei congressi, il Cavall Marì, auspica risorse regionali e comunitarie per «fare di Alghero un grande centro per la ricerca e l’innovazione, insieme alla facoltà di Architettura e altri poli di eccellenza già esistenti». Parla di cultura, di sistemi museali aperti alla promozione del territorio e delle sue capacità produttive, artigianali, culturali e artistiche. Il finale è un appello a partiti e movimenti (Riformatori in primis che potrebbero così rientrare nei giochi ndr) in vista di un auspicato ballottaggio: «mi rivolgo alle forze politiche che non sono ufficialmente rappresentate in questa competizione – conclude – perché sappiano scegliere di mettersi insieme a noi al servizio dell’unico progetto credibile per far rinascere Alghero».