Red
18 aprile 2006
La Regione adotta Sa limba sarda comuna
L´amministrazione regionale ha da oggi una propria lingua sarda. Una varietà parlata nelle aree centrali, con aperture al logudorese e al campidanese, che sarà usata dalla Regione in alcuni suoi atti, il primo quello di oggi. Chiunque potrà scrivere all´amministrazione nella propria varietà

CAGLIARI - L´amministrazione regionale ha da oggi una propria lingua sarda. Una varietà parlata nelle aree centrali, con aperture al logudorese e al campidanese, che sarà usata dalla Regione in alcuni suoi atti, il primo quello di oggi. Chiunque potrà scrivere all´amministrazione nella propria varietà. La giunta regionale, infatti, ha deciso stamattina di trarre le conclusioni di un lungo lavoro di commissioni istituite da questo esecutivo nel settembre scorso, e nella passata legislatura: di adottare delle norme di riferimento, da utilizzarsi in via sperimentale per l’uso scritto in uscita di alcuni atti dell’Amministrazione regionale e per la traduzione di norme e documenti particolarmente importanti come lo Statuto sardo e la legge regionale 26 del 1997. «Le norme linguististiche di riferimento a carattere sperimentale per la lingua scritta dell’amministrazione regionale consentono di avviare un processo graduale mirante all’elaborazione di una Limba Sarda Comuna, con le caratteristiche di una varietà linguistica naturale che costituisca un punto di mediazione tra le parlate più comuni e diffuse e aperta ad alcune integrazioni volte a valorizzare la distintività del sardo e ad assicurare un carattere di sovramunicipalità e la semplicità del codice linguistico», è scritto nella delibera. Il documento, che verrà redatto anche in “Limba Sarda Comuna”, prevede anche di approfondire con ulteriori studi il lessico, la morfologia e un’ortografia comune a più varietà di sardo. Tra le lingue principali sono il Nuorese, parlato nel centro dell'isola, nel Goceano e nella Barbagia, il Gallurese, nella parte Nord-Orientale della Sardegna, il Sassarese, nella città di Sassari e nei territori vicini con diverse inflessioni, il Logudorese, parlato nel centro-Nord della Sardegna (Marghine e Planargia) ed il Campidanese, nel Sud dell'isola. A queste principali varianti si aggiungono circa una cinquantina di inflessioni linguistiche differenti a seconda dei vari territori, oltre che il catalano, parlato ad Alghero, ed una forma di genovese, di Carloforte e Calasetta. La Limba Sarda Comuna intende rappresentare una “lingua bandiera”, uno strumento per potenziare la nostra identità collettiva, nel rispetto della multiforme ricchezza delle varietà locali. Viene adottata in via sperimentale, fermo restando, come previsto dall’articolo 8 della Legge 482 del 1999, “il valore legale esclusivo degli atti nel testo redatto in lingua italiana”. La giunta ha deciso di intraprendere il processo verso la Limba Sarda Comuna con il concorso di contributi, opinioni, riscontri e verifiche adottando una soluzione iniziale in cui, insieme a una larga maggioranza di opzioni comuni a tutte le varietà, convivono, in alcuni casi, opzioni aperte e flessibili e che, proprio per la gradualià e la sperimentalità del percorso, a distanza di tempo e sulla base delle risultanze e delle necessarie esperienze, potrà essere integrata, modificata ed arricchita con gli opportuni aggiustamenti; di approfondire con ulteriori studi il lessico, la morfologia e un’ortografia comune a più varietà. E infine, istituisce “s’ Ufitziu de sa Limba Sarda”, uno Sportello linguistico regionale previsto dal progetto “Una limba pro governare” approvato dalla Giunta regionale il 26 giugno 2003.
|