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Red 19 novembre 2007
Alunni algheresi a Pozzomaggiore nel ricordo di Lussu
Alunni algheresi a Pozzomaggiore nel ricordo di Lussu

ALGHERO - Doveva essere una “Giornata della memoria” nel ricordo di Emilio Lussu la manifestazione organizzata dall’Amministrazione comunale di Pozzomaggiore in collaborazione col Comando della Brigata Sassari nella suggestiva cornice della Biblioteca di via Mercato, sotto l’abile ed intelligente coordinamento della Dott.ssa Anna Marchesi. E forse è stata qualcosa di più. Un modo, forse anche inatteso e perciò più significativo, di rivisitare la figura e l’opera di un grande sardo e di un grande della storia italiana di questo secolo. Una figura poliedrica, quella di Emilio Lussu, che per vie, per così dire, naturali, si è prestata dai suoi diversi angoli di visuale per farsi leggere ed interpretare sul piano dell’uomo, del militare, dello scrittore, del politico. Ed ognuno di questi itinerari, esplorato con competenza e partecipazione dai Relatori, ha restituito al numeroso ed attento pubblico presente l’immagine di un intellettuale a tutto tondo, la cui opera, ovunque profusa, ha lasciato un segno indelebile. Dell’uomo Lussu e del suo vissuto di sardo benestante ed istruito ma nel contempo in grado di parlare con gli umili il loro stesso linguaggio nel paese natio di Armungia ha parlato l’ingegnere Antonio Quarto, il quale di lui ha ripercorso, per conoscenza personale e scritti inediti, alcuni tratti rigorosi della vita privata a specchio fedele di quella pubblica. Del militare Lussu, delle sue campagne di guerra, delle sue arditezze e del coraggio bellico che gli guadagnarono sul campo promozioni e medaglie, ma soprattutto del suo modo di essere e di vivere una guerra intrapresa con l’entusiasmo dell’interventista convinto e conclusa con l’angoscia e la sofferenza di chi ne ha compreso tutta intera la tragica inutilità ha parlato il luogotenente Antonello Pinna, lucido ed appassionato cultore di quel patrimonio sacro che fu ed è l’epopea della Brigata Sassari che tanti eroi, tanti morti ma soprattutto tante intelligenze ha dato alla causa italiana. E’ toccato, poi, ad un monumento delle ragioni dell’autonomismo sardo, quale è stato ed è Michele Columbu, ad esplorare l’itinerario ideologico e politico di Emilio Lussu dalla nascita del Partito Sardo d’Azione alla sua fuoruscita da esso: punto di riferimento e di ragionamenti sempre, l’eroe dell’Asiago, sia quando rimase all’interno di quel movimento e forse ancor più dal momento che se ne allontanò. L’intervento di Paola Delrio ha preso, infine, una direzione suggestiva: c’era da affrontare il tema della scrittura letteraria di Lussu e la relatrice dopo aver dato atto, con una serie di riferimenti contestuali, tratti dalla sua opera più nota “Un anno sall’Altipiano”, di una narrazione che si struttura e si definisce in una lingua ed in una tecnica narrativa palesemente mimetica del racconto orale, ha messo in scena, sì, proprio in scena, alcuni ragazzi di una sua classe della Scuola media 2 di Alghero, i quali hanno interpretato alcuni brani del libro. Non solo: essi hanno intelligentemente scelto e meravigliosamente interpretato alcune poesie e brani letterari (da Ungaretti a E.M.Remarque a Marinetti) che rappresentano al meglio il diverso travaglio umano e le diverse posizioni ideologiche di quanti si trovarono di fronte al disastro della grande guerra. Ne hanno ricavato, quei ragazzi, e l’hanno trasmesso a noi, perché ne fossimo ancora più persuasi, il convincimento che non c’è guerra che sia giusta e non c’è guerra che sia santa. Lo aveva capito anche Lussu, dopo che la guerra l’aveva vista da vicino; l’aveva fatta e l’aveva vinta.

Nella foto un momento dell'incontro a Pozzomaggiore
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