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Red 8 giugno 2020
Prima laurea a distanza nel carcere di Nuchis
Il 3 giugno è una data che sarà ricordata a lungo tra gli addetti ai lavori e gli studenti universitari in regime di detenzione in Sardegna, perché quella mattina è stata celebrata la prima laurea a distanza del Polo universitario penitenziario dell’Università degli studi di Sassari
Prima laurea a <i>distanza</i> nel carcere di Nuchis

SASSARI - Il 3 giugno è una data che sarà ricordata a lungo tra gli addetti ai lavori e gli studenti universitari in regime di detenzione in Sardegna, perché quella mattina è stata celebrata la prima laurea a distanza del Polo universitario penitenziario dell’Università degli studi di Sassari. Un collegamento telematico tra la commissione a Sassari ed il candidato nel carcere di Tempio-Nuchis ha consentito lo svolgimento di una sessione di laurea in Scienze della politica e dell’amministrazione. Il candidato ha discusso una tesi sulla nascita ed evoluzione del movimento femminista.

«Questa laurea è un traguardo non solo per lo studente – afferma il delegato rettorale per il Polo universitario penitenziario Emmanuele Farris – ma per tutte le persone dell’Università di Sassari e dell’Amministrazione penitenziaria che hanno reso possibile tutto ciò. Gli istituti penitenziari che afferiscono al nostro Pup (Alghero, Nuoro, Sassari e Tempio) sono stati tra i primi in Italia a reagire positivamente in seguito alle restrizioni derivanti dalla pandemia. La Casa di reclusione di Tempio Pausania è stato l’unico istituto penitenziario italiano ad avere tutti gli indicatori sulla didattica universitaria positivi già ad aprile. Da maggio, i quattro istituti garantiscono collegamenti a distanza (iniziando dal carcere di Alghero, che ha fatto da apripista nel contesto regionale), esami sia scritti sia orali, fornitura regolare dei materiali di studio e comunicazioni costanti tra docenti e studenti. Questo è merito di un lavoro continuo tra Università, Provveditorato regionale dell’Amministrazione penitenziaria e Direzioni penitenziarie».

In questo panorama si è distinto il carcere di Tempio, riservato esclusivamente all’alta sicurezza: rispetto ad una media nazionale dell’1,5percento, a Tempio studia all’Università il 17,3percento dei detenuti. La media complessiva del Polo universitario penitenziario dell’Università di Sassari, nei quattro istituti in cui opera, è del 5percento. Uno staff di quindici docenti referenti, quindici amministrativi, un delegato, una segreteria, venti tutor segue costantemente oltre sessanta studenti detenuti in stretta collaborazione con le Direzioni ed i funzionari giuridico-pedagogici dei quattro istituti. Il partenariato con l’Ente regionale per il diritto allo studio universitario Sassari garantisce risorse preziose per l’acquisto di materiali di studio: un mese fa, appena le restrizioni sono state allentate, sono stati consegnati settanta libri nei quattro istituti.

E poi ci sono i progetti: con il finanziamento premiale ottenuto dal Miur nel 2018, l’Università di Sassari, in collaborazione con il Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria ed il Provveditorato regionale dell’Amministrazione penitenziaria, sta cofinanziando la realizzazione di un’aula didattica informatizzata in ciascun istituto penitenziario. Per ogni aula sarà selezionato un tutor grazie al finanziamento erogato al Pup dalla Fondazione di Sardegna a febbraio. Un progetto ambizioso, purtroppo rallentato dalla pandemia, ma che negli intenti dell’Università e dell’Amministrazione penitenziaria oggi è più strategico ed innovativo. «Gli studenti detenuti del futuro – spiega il rettore Massimo Carpinelli che ha fortemente sostenuto questo progetto – studieranno in un contesto molto più tecnologico dell’attuale. L’esperienza pandemica ci ha insegnato che le tecnologie aiutano a resistere alle difficoltà, e noi speriamo che le conquiste della didattica a distanza e della dematerializzazione, che hanno reso possibile la discussione di questa tesi di laurea, diventino un punto fermo e irrinunciabile della didattica universitaria rivolta a categorie di studenti con esigenze speciali come sono i detenuti». La laurea discussa a Nuchis mercoledì è stata il punto di partenza di un nuovo percorso del Polo universitario penitenziario dell’Università di Sassari, che mira a migliorare la qualità dei suoi servizi portando direttamente in carcere le risorse informatiche dell’ateneo, il sistema di gestione delle carriere studenti, le piattaforme ed i materiali e-learning. «Ma l’aspetto umano rimarrà sempre centrale nel processo di apprendimento – precisano i docenti che hanno seguito lo studente fino alla laurea – al centro c’è e ci sarà sempre la persona».

Nella foto: il rettore Massimo Carpinelli



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