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Cor 26 luglio 2020
I comitati a difesa della sanità uniti
«Troppe parole e troppi silenzi»
«Il troppo silenzio del Sindaco (Conoci) come contraltare alle troppe parole dell’Onorevole (Pais)». Dal comitato spontaneo a difesa della sanità di Alghero, Acabàura, e il gruppo "Uniti contro la chiusura dell'Ospedale Marino", un duro comunicato sulla situazione generale in cui si ritrova la sanità del territorio
I comitati a difesa della sanità uniti. «Troppe parole e troppi silenzi»

ALGHERO - «La crisi che vede tristemente protagonista la sanità pubblica algherese, sia quella ospedaliera che territoriale, è ormai così grave da rendere improcrastinabile una chiara e forte presa di posizione da parte dell’opinione pubblica e delle istituzioni locali che la rappresentano, se non si vuole superare il punto di non ritorno.
Da tempo i servizi sanitari della città di Alghero, punto di riferimento per l’intero nord ovest della Sardegna, sono vittima di un lento ed inesorabile declino a cui molto hanno concorso gli effetti nefasti derivati dal D.M. n. 70/2015 e le riforme regionali in linea con esso le quali, nella logica di fondo, resistono ai cambiamenti di colore politico. La tendenza all’accentramento che prevede il ridimensionamento dei servizi ospedalieri più periferici, ha tra le sue vittime eccellenti anche la nostra città che da tempo attende l’attivazione del DEA di primo livello, tanto promesso ma fino ad ora rimasto sulla carta, nonostante le continue apparizioni sulla stampa dell’Onorevole algherese». Così dal comitato spontaneo a difesa della sanità di Alghero, Acabàura presieduto da Paola Correddu e dal gruppo Uniti contro la chiusura dell'Ospedale Marino rappresentato da Giovanni Spano.

«Il disinteresse sino ad oggi mostrato dai vertici dell’ATS e dalla politica regionale rendono conto della drammatica realtà in cui versa l’Ospedale Civile con spazi inadeguati, incompleto ammodernamento infrastrutturale e tecnologico, carenza cronica di personale sanitario. A questo si aggiunge l’incerta situazione dell’Ospedale Marino, che dal 2017 vive una rapida decadenza, trasformatosi da centro rinomato per la chirurgia ortopedica elettiva in un problema per il sistema sanitario pubblico, tanto da far balenare l’idea di riconvertirlo in struttura ricettiva con cessione ai privati. Ripercussioni negative sulla condizione già precarie dei presidi algheresi sono ulteriormente derivate dall’innaturale accorpamento con il presidio di Ozieri. La finzione giuridica che considera i due ospedali posti a 90 km di distanza come un unicum rende problematica la condivisione di strategie gestionali univoche considerata la diversità di bacino di utenza e di conformazione territoriale che contraddistinguono la zona di Alghero da quella Ozieri».

«Tutto questo ad oggi perdura nonostante il cambio di colore politico dell’attuale maggioranza del Consiglio Regionale. E mentre Ozieri gode di una forte e risoluta rappresentanza politica, Alghero appare essere senza voce, figlia di un dio minore, succube di scelte calate dall’alto, l’ultima delle quali rappresentata dall’emendamento regionale presentato da F.d.I. e Lega che prevede lo scorporo del Marino dal ATS con annessione all’AOU. Una proposta vivacemente difesa dall’Onorevole locale che, agendo senza alcuna concertazione con il territorio che rappresenta in Regione, millanta grandi opportunità tralasciando le insidie in essa contenute, prima fra tutte quella di rendere irrealizzabile il progetto di DEA di primo livello. Eccoci dunque arrivati al giro di boa. Il momento è estremamente delicato perché ciò che si decide oggi potrebbe essere irrevocabile e segnare il declassamento definito dei nosocomi algheresi. Da qui la necessità di un ampio dibatto cittadino che consenta di delineare in maniera chiara il futuro sanitario del nord ovest della Sardegna».

«E’ ora di finirla con le passerelle politiche o i continui annunci trionfalisti. Ma è anche ora di finirla con i troppi silenzi. Ognuno deve fare la sua parte assumendosi le proprie responsabilità. La comunità con le associazioni, i comitati, gli operatori sanitari, assieme ai Sindaci dei comuni limitrofi, hanno bisogno di essere ascoltati per costruire un progetto condiviso, che parta dal basso e tenga conto dei bisogni reali del territorio. E questo può essere fatto solo con una serie di Consigli Comunali allargati dove tutti gli attori possano dare il proprio contributo, e non certo con quello organizzato per venerdì 31 luglio, dove di aperto ci saranno solo le finestre. Su un tema così importante per la vita delle persone, ci vuole la massima condivisione e partecipazione perché i cittadini siano i veri protagonisti dell’elaborazione di una strategia che dia forza ed autorevolezza alle parole e alle azioni del Sindaco che li rappresenta che, altrimenti, dovrà ancora una subire i pistolotti dei vertici aziendali, come inevitabilmente accadrà nel consiglio di venerdì, senza possibilità di ribattere» conclude la nota di Acabàura e del Gruppo a difesa dell'Ospedale Marino.

ultima modifica ore 12.45
21:30
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