Cor
5 ottobre 2022
«E´ il Medioevo al Parco, tutti fuori»
Maria Antonietta Alivesi e Giusy Di Maio, membri dell´Assemblea del Parco di Porto Conte, si scagliano pesantemente, per l´ennesima volta, contro Cda, direttore e presidente del Parco di Porto Conte e parlano di «Medioevo»

ALGHERO - «Sordi, ciechi e muti». «Arroccarsi non serve, la comunità ha bisogno di condivisione. Consiglio di Amministrazione e Direttore non sono idonei a dirigere il Parco di Porto Conte». E ancora: «Per ora siamo all’anno sotto zero dell’oscuro medioevo. O si cambia visione, o fuori tutti». Maria Antonietta Alivesi e Giusy Di Maio, membri dell'Assemblea del Parco di Porto Conte e consigliere comunali del Movimento 5 Stelle ad Alghero, da sempre attente osservatrici e particolarmente puntigliose al rigoroso rispetto dei sistemi naturali e delle sue regole, si scagliano pesantemente, per l'ennesima volta, contro i vertici delle Ente Parco.
Come possono fregiarsi di essere vicini alla comunità, di ascoltarla quando i fatti parlano, si domandano le due consigliere: «Comitati che lottano per la salvaguardia dell’ambiente, che portano all’attenzione di Tilloca, Grossi, Bardino e Mariani i disastri che stavano per abbattersi nei nostri territori di alto pregio e fino ad ora preservati dagli appetiti di imprenditori senza scrupoli. Comitati che hanno ricordato loro, se mai avessero studiato, gli articoli della Costituzione italiana, le normative della Comunità Europea, i Piani di Gestione dei nostri siti Natura 2000».
«Sordi, ciechi e muti verso 3500 cittadini che chiedevano attenzione e rispetto del loro territorio, rimasti inascoltati dalla politica che anzi ha affossato e soffocato nell’indifferenza le grida di allarme dei cittadini, dando vita ad una alterazione del territorio mai vista: Punta Giglio, nel giro di un anno ha subito una trasformazione che non ha eguali. Hanno trasformato una Zona Speciale di Conservazione in un’attrattiva come tante in città, un bar dove a tutte le ore del giorno e della sera si può bere e mangiare. Una direzione politica e amministrativa che vorrebbe creare una città nella città, non un parco a beneficio della città e oltre» attaccano Di Maio e Alivesi.
«Autoritarismo». Continua la pesante accusa nei confronti del management, messo sempre più in discussione. «Non hanno la volontà di ascoltare le Borgate che dovrebbero essere il fiore all’occhiello della comunità, quel motore che produce, alimenta e dà benessere a tutto il territorio. La politica a capo di questa città ha partorito un intero capitolo dedicato agli indirizzi dello sviluppo socio-economico del Piano del Parco, mai nominando gli attori principali di questo futuro sviluppo, le Borgate. Ma dove vogliamo andare di questo passo, possiamo definire questo modo di porsi di chi non conosce ma vuole decidere. La crescita consapevole della collettività si misura attraverso il grado di partecipazione della stessa a tutte le dinamiche che interessano la vita e lo sviluppo del territorio; le idee circolanti e propositive, il valore che ognuno di Noi ha, il rispetto che tutti meritano, deve essere il legante della comunità algherese che vuole e deve crescere» chiudono Di Maio e Alivesi.
|