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30 settembre 2024
Centro trasfusionale, terapie a rischio
Dal mese di ottobre potrebbe non essere più garantito il trattamento terapeutico abituale presso il Centro Trasfusionale di Alghero. Allarme in città e nel territorio. Lettera aperta ai vertici Asl ed al sindaco Cacciotto
Situazione molto difficile quella che si sta palesando al Centro Trasfusionale di Alghero, e che potrà delineare una grave criticità nello svolgimento delle terapie salvavita effettuate con appuntamenti periodici. Così i pazienti scrivono alla direzione generale dell'Asl ed al sindaco di Alghero: «Siamo dei pazienti che da anni necessitano di terapie cicliche, mensili o settimanali, che ci permettono di portare avanti in maniera dignitosa la nostra qualità di vita, terapie studiate, costruite e perfezionate nel corso degli anni su ogni singolo paziente dal personale medico del Centro Trasfusionale».
«Parliamo di malattie autoimmuni, rare e complesse, che impattano in modo estremamente negativo sulla nostra quotidianità e su quella dei nostri familiari (essendo per la maggior parte pazienti incapaci di svolgere autonomamente gli atti quotidiani della vita). Con grandi sacrifici, in tutti questi anni, abbiamo costruito con il supporto medico ed infermieristico del Centro Trasfusionale di Alghero un solido equilibrio terapeutico che ci permette di vivere le nostre malattie e le nostre sofferenze sia fisiche che psicologiche in maniera un po’ più serena. Questo equilibrio potrebbe venir meno in quanto abbiamo appreso che a partire dal mese di ottobre, a causa di problemi organizzativi, non ci verrà più garantito il trattamento terapeutico abituale presso il Centro Trasfusionale di Alghero».
«Le nostre terapie spesso necessitano di ricovero anche in DH, ed in questi anni i nostri trattamenti sono stati effettuati tramite consulenze presso il Centro Trasfusionale che di fatto è la struttura che ha garantito le nostre terapie. Per noi il Centro Trasfusionale è da anni un porto sicuro in mani competenti e attente. Pertanto, chiediamo alle autorità competenti di intervenire affinché non vengano meno le condizioni terapeutiche sopra menzionate».
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