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A.B.
24 ottobre 2008
Anche i Giovani Verdi della Sardegna contro la Gelmini
Il segretario regionale Stefano Puddu ha confermato il sostegno e la condivisione ai movimenti di protesta

CAGLIARI - I Giovani Verdi della Sardegna esprimono forte sostegno e piena condivisione ai movimenti di protesta contro la Riforma Gelmini, che vedono ogni giorno scendere in piazza tanti studenti, ricercatori e professori sardi.
A spiegare il punto di vista dei Giovani Verdi, è il coordinatore regionale Stefano Puddu. «La nostra posizione prende piede da un assunto che riteniamo irrinunciabile per il futuro della nostra Regione e del nostro Paese: la Scuola, la Cultura, la Didattica e la Ricerca rappresentano beni che devono necessariamente rimanere pubblici, per consentire al maggior numero di persone di potervi accedere. La riforma del sistema scolastico e universitario è stata progettata dal Governo con uno spirito prettamente aziendalista, volto unicamente a ridurre i costi e per nulla improntato al potenziamento del servizio e al superamento delle problematiche che affliggono attualmente il mondo dell’istruzione».
Secondo Puddu, i tagli previsti per il personale docente, determineranno un deciso impoverimento della qualità della didattica, aggraveranno la condizione dei tanti precari già occupati ed impediranno ad un sempre maggiore numero di studenti di intraprendere la carriera accademica dopo il conseguimento della laurea. Inoltre, la trasformazione degli Atenei in Fondazioni di stampo privatistico, sempre secondo i Giovani Verdi, avrebbe come principale risultato la crescita vertiginosa delle tasse universitarie, comportando l’impossibilità per tanti studenti di accedere a tale livello di istruzione.
«Affidare la sopravvivenza dell’università al sostegno economico delle aziende private – sottolinea Puddu - significa in primo luogo vincolare la ricerca agli interessi particolari delle imprese finanziatrici; presume la chiusura di tutti quei corsi poco frequentati e per questo poco remunerativi; rappresenta, infine, la morte certa per tutti quegli istituti, come quelli sardi, che operano in contesti depressi dal punto di vista economico e dunque non possono contare su un tessuto imprenditoriale di supporto».
La conclusione del segretario regionale è chiara. «Ribadiamo il nostro totale appoggio a tutte le iniziative che verranno promosse da qui in avanti da studenti, docenti e genitori all’insegna della difesa della scuola e dell’università pubblica italiana. Ci auguriamo, infine, che tali movimenti possano coinvolgere un numero sempre maggiore di persone e che, proprio per questo, non si prestino a strumentalizzazioni di tipo partitico o ripropongano contrapposizioni di logica esclusivamente bipolare: scuola e università rappresentano il veicolo principale per la crescita sociale, civile ed economica del nostro Paese e dunque devono essere strenuamente difese in quanto patrimonio pubblico a disposizione di tutti i cittadini, a prescindere dalle posizioni politiche in cui ognuno di noi si riconosce».
Nella foto: Mariastella Gelmini, ministro per la Pubblica Istruzione
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