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A.B.
24 ottobre 2008
«Perché dire “si” alla riforma Gelmini»
I consiglieri Sau, Balzani e Martinelli spiegano quelli che secondo loro sono gli elementi positivi della Legge 133

ALGHERO - Da giorni il mondo della scuola agita la protesta contro il decreto Gelmini che viene definito come “riforma della scuola”. L’intervento del ministro, secondo i consiglieri comunali del Pdl Gianni Sau, Antonio Balzani e Gianni Martinelli, contiene solo poche ma chiare innovazioni, dei provvedimenti concepiti per sistemare e riordinare un sistema scuola che deve avere come obiettivo principale l’educazione dell’alunno e dello studente.
La prima, riguarda l’abolizione del libro di testo unico, con l’introduzione del testo libero. «Dal 1968 – ricordano - si è persa l’ambizione della cultura come confronto che porti ad una sintesi tra libertà di apprendimento e di insegnamento, non è possibile che una sopperisca sull’altra».
Ma il fulcro del decreto è l’introduzione del “maestro prevalente” meglio conosciuto come “maestro unico”. «Il principio obbedisce, essenzialmente, ad una concezione per cui l’educazione si fonda su un rapporto personale unico. La questione viene manipolata per propaganda – sottolineano - creando confusione. Si usa la menzogna per allarmare le famiglie. Bisogna finirla di utilizzare i bambini come strumento sindacale, è da quasi vent’anni che più ministri di Destra o di Sinistra provano a mettere ordine e invece si finisce sempre con il rimetterci danaro pubblico».
«L’Italia spende 6835 dollari per alunno, contro i 6052 di media mondiale. Il problema è come vengono spesi i fondi elargiti dalle istituzioni, è necessario ottimizzare le risorse rivedendo l’organizzazione scolastica. Gli alunni saranno in media diciotto per classe e potranno arrivare al massimo a ventisei per classe. Non ci sarà nessun licenziamento – proseguono - Si razionalizzerà il numero degli insegnanti rispetto al fabbisogno, non assumendone ulteriori. E’ vero anche che in Italia nella scuola ci sono un milione e 350mila dipendenti e sono troppi quindi è perfettamente inutile assumerne degli altri. Gli insegnanti per i diversamente abili che attualmente sono 93mila rimarranno 93mila anche in futuro».
Sau, Balzani e Martinelli puntano l’attenzione sul “tempo pieno”. «Con il maestro prevalente e l’eliminazione delle compresenze ci saranno più maestri per aumentare il tempo pieno, infatti già dall’anno scolastico 2009/2010, 49.350 ragazzi in più usufruiranno del tempo pieno. In cinque anni ci saranno 5.750 classi in più con il tempo pieno».
«Il decreto inoltre punta a rinforzare il principio di autorità nella scuola, indebolitosi pericolosamente negli ultimi anni. Il voto in condotta, da solo, non può certo risolvere il problema del bullismo, ma fornirà al docente e all’istituzione scolastica uno strumento che permetta al ragazzo e alla famiglia di riconoscere in chi lo impugna un’autorità. Autorità, nel senso etimologico, indica qualcuno che parla con certezza di che cosa sia il bene e il male (rivolto alla condivisione di una società moderna), e su questa base richiede la disciplina».
L’analisi dei rappresentanti del Pdl tocca tutti i punti “caldi”. «La reintroduzione del voto in decimali mira a ripulire i giudizi dagli psicologismi e dagli sforzi espressivi a tutto benefico della semplicità e della chiarezza. Nessuna scuola sarà chiusa. Sarà invece unificato il personale amministrativo con un unico preside e un unico segretario per due scuole vicine (come previsto anche dal Governo precedente) La scuola primaria italiana era si tra le prime al mondo, ma all’inizio degli anni ’70, quando c’era il maestro unico».
La conclusione delle loro dichiarazioni è chiara: «Chi grida allo scandalo e parla di attacco alla scuola e al diritto allo studio forse non è ben informato. Occupare le scuole, strumentalizzare i bambini, sospendere le lezioni, impedire a chi vuole studiare il diritto di entrare nelle scuole non è il modo migliore di protestare, in questo modo si vuole creare solo confusione e disinformazione».
Nella foto: Gianni Sau, consigliere comunale di Verso il Pdl
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