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Antonio Burruni 3 novembre 2008
Gelmini e polemiche: Pdl chiarisce
Gianni Sau, Antonio Balzani e Gianni Martinelli, commentano le diverse dichiarazioni lette negli ultimi giorni
Gelmini e polemiche: Pdl chiarisce

ALGHERO - «Nessuno di noi si è mai manifestato come “grande maestro”, e non ci si dimena in citazioni più o meno esatte, riportiamo con la correttezza che ci contraddistingue, gli atti Parlamentari. E’ bene sapere che le leggi rimangono scritte, mentre invece le parole le porta via il vento, e lo dichiariamo in italiano perché è la lingua che conosciamo meglio». I consiglieri comunali del Pdl Gianni Sau, Antonio Balzani e Gianni Martinelli, nei giorni successivi alla conversione in legge del Decreto Gelmini, commentano quanto letto in seguito al loro primo intervento. «La sinistra ha strumentalizzato un decreto, che oggi è Legge dello Stato; una Legge che finalmente ricongiunge la scuola con la famiglia e con gli alunni: maestro prevalente, voto in condotta, giudizio numerico, grembiuli, educazione civica, così la scuola torna autorevole e riprende il suo ruolo educativo».

Secondo i rappresentanti del Pdl, la scuola elementare italiana era sì fra le prime tre al mondo, ma agli inizi degli Anni Settanta, quando vi era davvero il maestro unico e vi erano oltre cinquemilioni di alunni, cioè il doppio di oggi. «Ciò è riportato in altrettanti rapporti – proseguono - non si tratta di invenzioni, illazioni, né solo e soltanto di commenti, bensì di studi approfonditi e indagini svolte a cavallo tra la fine degli Anni Sessanta e l’inizio degli Anni Settanta. Il rapporto del 2006, più recente, elaborato dall’istituto “Iea”, invece, esamina i risultati nella lettura e nella matematica degli ultimi nove anni. Ecco quanto emerge: con riferimento all’indice della percezione della propria capacità di lettura da parte degli alunni, l’Italia è al dodicesimo posto; riguardo alla frequenza con la quale i bambini si dedicano alla lettura di storie e racconti fuori dalla scuola, l’Italia scivola al quarantunesimo posto; quanto al numero di ore spese nella lettura, mediamente, in un giorno, finiamo dopo il Kuwait. Non ci sembra una classifica particolarmente esaltante!».

L’intervento prosegue, sottolineando come, se i sistemi di valutazione potessero cogliere anche il nesso tra causa ed effetto in un processo di apprendimento, scoprirebbero che i pessimi risultati degli studenti italiani nelle scuole medie inferiori e superiori non sono altro che il frutto di errori pedagogici e didattici commessi nella scuola primaria. «Questa è una considerazione che comincia ad affacciarsi anche tra i più autorevoli commentatori: a questo proposito, la citazione è d’obbligo: “Il mito della scuola elementare”, di Luca Ricolfi su “La Stampa”, anch’esso un testo diversamente citato».

Sau, Balzani e Martinelli dichiarano: «Crediamo fermamente in una scuola con meno insegnanti, più preparati e meglio pagati. Per troppi anni logiche sindacali, governi compiacenti e certi professori eredi delle ideologie del Sessantotto, hanno portato al degrado il sistema scolastico italiano. Ben venga quindi, la piccola grande rivoluzione didattica portata dalla nuova Legge che si pone l’obiettivo di riorganizzare una scuola che formi i cittadini di domani liberi da ogni schema politico e sindacale. Per quanto attiene all’iter Parlamentare – sottolineano - siamo testimoni di diverse mozioni accolte nel decreto Gelmini poi convertito in legge, tra le quali ricordiamo quella sui testi scolastici a firma di Fabio Rampelli (membro dell’esecutivo di Alleanza Nazionale e della Commissione Cultura) e Marco Marsilio (parlamentare Pdl).

La conclusione è chiara. «Noi modesti consiglieri comunali pensiamo che i bambini abbiamo il diritto di vivere nella verità; pensiamo che abbiano il diritto di non essere strumentalizzati e catapultati in azioni che non gli appartengono. I bambini hanno il diritto di studiare e di formare il loro sapere in “una scuola aperta a tutti”, ma che gli fornisca gli strumenti per poter crescere liberi nel pensiero e nelle azioni».


Nella foto: Gianni Martinelli
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