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A.B.
9 novembre 2008
Antonio Diana: «Lasciamo le scuole a Stintino»
Il sindaco e l’assessore alla Pubblica Istruzione Antonella Mariani attivano i canali per evitare la chiusura dell’istituto scolastico

STINTINO - «Chiudere la scuola di Stintino sarebbe un grave danno per la nostra cittadinanza, vorrebbe dire costringere i nostri figli a spostamenti quotidiani per seguire le lezioni, significherebbe vedere famiglie stintinesi lasciare il nostro paese per trasferirsi a trenta chilometri da qui».
È lo sfogo del sindaco di Stintino Antonio Diana e dell’assessore comunale alla Pubblica istruzione Antonella Mariani, preoccupati per la possibile chiusura della scuola del paese che, se si dovesse realizzare per la nuova riforma della scuola, costringerebbe i bimbi della materna, elementare e media a migrare verso Porto Torres.
Una preoccupazione che sindaco e assessore avevano già espresso alla chiusura dello scorso anno scolastico, quando avevano fatto sentire il loro disappunto per la notizia dell’accorpamento delle due classi, la quarta e la quinta della Scuola elementare del paese. A causa di una riduzione di iscritti è stata creata una “pluriclasse” formata da bambini di 9 e 10 anni, che per alcune materie vengono riuniti in un’una. Un accorgimento che l’Amministrazione Comunale non ha mai condiviso e già da allora si era fatta portavoce del disagio e della preoccupazione degli alunni e delle loro famiglie.
«Adesso non possiamo permettere la chiusura della scuola – riprende il primo cittadino – perciò ci siamo attivati su tutti i possibili canali perché questo non avvenga. Stiamo dialogando con la Provincia e la Regione Sardegna. Per noi questa della scuola è diventata una priorità che, al momento, va al di là di ogni altro programma elettorale». Per il sindaco infatti la presenza della scuola a Stintino è uno stimolo alla crescita della comunità, è occasione di espressione dei valori di appartenenza ad una comunità, di rapporti di amicizia. «Per la scuola – prosegue Antonio Diana – sono stati fatti progetti importanti come ammodernamenti, ampliamenti e creazione di aule tematiche e tutto questo non deve essere vanificato».
«Stintino è una realtà particolare – afferma l’assessore Mariani – e le distanze che ci separano dalle altre realtà al momento ci rendono unici. Non possiamo far fare chilometri ai nostri piccoli concittadini e chiudere anche la scuola dell’infanzia. In tutto, sessanta bambini sarebbero costretti a viaggiare e perderebbero l’opportunità di una esperienza di aggregazione all’interno della loro comunità».
La chiusura dell’edificio di via Lepanto per l’Amministrazione Comunale significa anche vedere vanificate le politiche di pianificazione urbanistica, che incentivano la popolazione a vivere a Stintino e all’acquisto della prima casa e quelle a favore delle famiglie. «Senza una scuola – concludono gli amministratori – come possiamo pensare di attrarre le famiglie e i giovani?».
Nella foto: Uno scorcio di Stintino
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