Manifestazioni di protesta e cortei di studenti anche ad Alghero. Oggi sit-in silenziosi e laboratori artistici. A San Francesco il convegno sulla "morte della scuola"
ALGHERO - Mentre in queste ore a Roma sfila “un’onda” di oltre 100.000 studenti contro i tagli della riforma Gelmini, e in molte città d'Italia si svolgono cortei di protesta, anche ad Alghero proseguono le manifestazioni delle scuole inferiori e superiori e della facoltà di architettura. Il ministro capisce “l’ansia dei giovani in piazza” e intende “cambiare per il loro futuro” ma gli stessi giovani non credono ai rimedi miracolosi del maestro unico, dei tagli di miliardi di euro, della trasformazione degli atenei in fondazioni private e via dicendo.
Dal ministro arrivano segnali di confronto e dialogo per promuovere una scuola che favorisca una maggiore mobilità sociale. Il mondo della scuola risponde che non può avvenire tutto questo attraverso una riforma che arretra di alcune generazioni la scuola elementare, riduce gli insegnanti di sostegno e di lingue straniere, impoverisce la formazione dei docenti e il loro ricambio generazionale.
“Una scuola pubblica, dall’asilo nido all’università adeguatamente finanziata, moderna e consapevole del passato; una scuola pubblica senza privilegi; una scuola “aperta a tutti” come dice la Costituzione Italiana”. Questo era il manifesto che introduceva l’assemblea di ieri pomeriggio dal titolo “Cronaca di una morte annunciata”. Nella grande sala conferenze della chiesa di San Francesco non c’era un posto a sedere, anzi la gente era numerosa anche in piedi. A chi accusa gli studenti di voler solo “marinare” le ore di didattica, la risposta è di una partecipazione costante a tutti gli eventi organizzati, una consapevolezza matura di chi sa che si sta giocando il proprio futuro.
Non sono soli però. I docenti e i genitori di ogni scuola sono dalla loro parte. E loro non si fermano. Previsti nella giornata di
oggi (venerdì) i sit-in silenziosi in varie piazze e spazi del centro e della periferia, i laboratori creativi e la notte bianca nella facoltà di architettura. “Giù le mani dalla scuola pubblica” è il loro slogan e sono fermi e decisi a non rinunciare a questo diritto.
Nella foto un momento del Convegno a San Francesco