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Red 15 novembre 2008
L´urlo da Alghero: «Scuola, l´ultimo baluardo pubblico»
Numerosi gli interventi a favore dell´istruzione e della scuola. Genitori e studenti insieme a professori e maestre: è un fiume di protesta
L´urlo da Alghero: «Scuola, l´ultimo baluardo pubblico»

ALGHERO - Dalla cittadina catalana arriva un grande grido d'allarme per una istruzione alla completa deriva. L'incontro pubblico di Alghero, a cui hanno partecipato centinaia di studenti, professori, maestre e genitori, e dal quale è nato il Comitato algherese Scuola Pubblica, ha dato la possibilità di fare un primo bilancio sul pianeta scuola: La mobilitazione si è espressa anche nei termini di cosa invece “è stato sottratto” e, in merito a questo aspetto, Natacha Lampis, maestra elementare di Alghero, in rappresentanza del comitato Genitori e Insegnanti, ha compiuto una completa panoramica sulla situazione in cui versa la scuola italiana, dalle soluzioni adottate dal decreto, analizzate e criticate punto per punto, a una disamina del modelli educativi nelle scuole fino alla proposta di soluzioni alternative.

Maestro unico, costruzione del sapere, tempo pieno, tagli, autonomia scolastica, monitoraggio e autovalutazione, dispersione scolastica, questi solo alcuni dei temi trattati. «Una scuola come quella proposta dal Ministro Gelmini aiuta solo ad aumentare le disuguaglianze sociali e culturali – ha commentato – dobbiamo dire no al decreto e parlare con serietà della situazione della scuola pubblica. Occorre risparmiare, ma vediamo come». Mariano Piras, insegnante della scuola primaria, ha continuato sulla scia della Lampis riconfermandone contenuti e posizioni e regalando spunti di riflessione a partire da un fatto d’attualità, un lancio Ansa con dichiarazioni di Maurizio Gasparri, e da un momento di prosa, un racconto dello scrittore sardo Albino Bernardini, ambientato in una scuola di Ollolai.

Agli interventi di chi a scuola insegna sono seguiti quelli di chi vive la scuola ogni giorno come genitore, come studente, come lavoratore precario. Valerio Simile, rappresentante studenti del movimento AIM (Architettura in Movimento) ha parlato a lungo di dialogo, di assunzione di responsabilità e di mobilitazione, citando l’evoluzione del movimento avvenuta all’interno della facoltà di Architettura, «un’istituzione che, sebbene a conduzione quasi familiare, in cui gli studenti sono seguitissimi, è stato possibile esprimersi, proporre, programmare liberamente». Adelaide Vignola, rappresentante dei genitori, ha portato l’attenzione sul tempo pieno e l’occupazione femminile, sulla quale ancora una volta ricadranno gli effetti di questa riforma, andando a gravare sul reddito complessivo familiare. A sostegno del “no” ai tagli alla scuola, inoltre, dati statistici sugli stipendi “dorati” e sui vitalizi di alcune cariche istituzionali italiane, nazionali e regionali, decisamente superiori ai corrispettivi d’oltralpe.

A seguire l’intervento di Vinicio Bonometto, in rappresentanza dei precari, che ha parlato dell’importanza della scuola pubblica e dei problemi ancora aperti in merito a finanziamenti e stabilità del lavoro. A concludere la prima sessione, infine, Arnaldo Cecchini, Presidente del Corso di studi in Urbanistica, che ha parlato di una scuola che è sistema, che è storia, che resta l’ultimo baluardo di “stato” in alcune zone d’Italia totalmente in mano al degrado e alla malavita. Di un attacco alla scuola pubblica che è un attacco anche al mondo del lavoro e che non deve avere come conseguenza necessaria la flessibilità o, peggio, la precarietà: «per poter iniziare a discutere occorre intanto ritirare il decreto e i suoi effetti».


Nella foto un momento dell'incontro pubblico sulla scuola di Alghero
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