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Sara Alivesi
26 marzo 2009
Scuola: 2200 posti in meno in Sardegna
La Regione sarda è una delle più colpite dai tagli della riforma Gelmini che prevedono 37mila cattedre in meno. Le ripercussioni maggiori nelle scuole medie isolane

SASSARI – Il mondo della scuola è in agitazione. Le previsioni più negative sui tagli negli istituti sardi stanno avendo conferma dai numeri resi noti dal Ministero dell’Istruzione. In pericolo quasi 1700 docenti e oltre 500 tecnici e ausiliari. Ovviamente il quadro già desolante va ad incidere sul blocco del turn-over per i precari e alle contrazioni di cattedre che prosegue inesorabilmente dal 2003.
La Sardegna è una delle regioni più compromesse dalla riforma Gelmini che prevede 37mila posti in meno (solo tra gli insegnanti), di cui quasi la metà nel Meridione. I tagli andranno ad incidere soprattutto sulle medie inferiori, seguite dalle superiori e le elementari. Tuttavia, la fonte di ulteriori problemi per l’esecutivo dovrebbe nascere proprio dalla scuola primaria.
La scelta del ritorno al maestro unico e il passaggio per il tempo pieno da 30 a 27 ore settimanali, considerata la forte opposizione dei genitori ha spinto il Governo a lasciare un’alternativa alle famiglie italiane con la possibilità di scelta tra il vecchio e il nuovo orario. L’iscrizione per le classi di settembre ha già evidenziato per la stragrande maggioranza delle domande l’intenzione di rimanere nelle 30 ore. Il problema ora sarà per i tecnici del Ministero, che mettono le mani avanti con dichiarazioni nelle quali affermano che accoglieranno le domande «solo a fronte delle possibilità di risorse e organici effettivi».
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