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Red
9 settembre 2009
«Scuola sarda, rilanciamo la vertenza negli Enti locali»
Il capogruppo del Pd mario Bruno e Marco Espa rilanciano la vertenza scuola in Consiglio regionale e negli enti locali

ALGHERO - «Il centrodestra in forte imbarazzo sulla scuola cerca di salvare la faccia in maniera maldestra e contraddittoria. Fin dallo scorso 17 luglio come opposizione avevamo chiesto al Consiglio e alla Giunta regionali di aprire una vertenza col governo nazionale per difendere la scuola in Sardegna e salvaguardare la sua specificità. Ma il centrodestra al governo ha bocciato la nostra proposta: una decisione irresponsabile dovuta a ottusi ordini di scuderia che vogliono la difesa dei ministri di Roma e la ratifica di un accordo inapplicabile siglato a luglio col ministro Gelmini. Finalmente vediamo che il Partito Sardo d'Azione, anche se in ritardo, concorda con noi».
E' l'inizio dell'intervento dei consiglieri regionali Mario Bruno e Marco Espa, in riferimento alla tragica situazione della scuola sarda. «Questa “riforma” difesa dalla maggioranza crea almeno 2200 licenziamenti in Sardegna, chiude classi ed aule nei paesi di montagna e nelle zone urbane delle città a più rischio di emarginazione, taglia posti di sostegno contro i diritti degli alunni con disabilità e delle loro famiglie».
«La Giunta Regionale e l'assessore Baire si sono limitati ad appaltare il governo dell'universo scuola alla Gelmini e a Roma. Il protocollo di intesa siglato col Governo sarà scarsamente applicabile - sottolineano i consiglieri regionali del pd sardo - e si pone al di fuori delle procedure obiettive e trasparenti previste dai percorsi di assunzione del personale della scuola. E' inutile che qualche esponente del PDL cerchi di coprire la verità: molti esponenti della maggioranza, non solo il PSD'AZ, sono fortemente contrariati dall'accordo stipulato».
Per esempio: non è chiaro in che modo avverranno le nomine e gli insegnanti manifestano preoccupazioni sulle discriminazioni e i possibili favoritismi discrezionali di eventuali chiamate; i 20 milioni sbandierati dalla Gelmini e dalla Baire sono insufficienti e vengono sottratti alle scuole per i progetti finalizzati a combattere la dispersione scolastica e a sostenere l’autonomia organizzativa e didattica in favore degli studenti: si creerà dunque un danno alle scuole che saranno costrette a ridurre la loro offerta formativa ad anno scolastico iniziato, causando ovviamente danno agli studenti e alle famiglie.
«Denunciamo inoltre che le altre regioni italiane che hanno raggiunto accordi con il governo, ad esempio Lombardia e Sicilia, hanno ottenuto cospicui finanziamenti dal ministero. La Sardegna invece - denunciano Bruno ed Espa - cercherà di coprire solo per un anno parte dei tagli dello Stato con fondi propri, sostituendosi al governo e creando un pericoloso precedente che lascerà fuori comunque migliaia di lavoratori sardi».
Rilanciamo perciò la vertenza scuola in Consiglio Regionale con la nostra mozione e chiediamo con urgenza, come abbiamo fatto fin dall’esame della scorsa finanziaria, la garanzia del posto di lavoro per i precari della scuola e in subordine l'allargamento immediato degli ammortizzatori sociali.
«Anche gli Enti locali della Sardegna nel frattempo pongano in essere atti amministrativi a difesa della scuola dei loro territori e delle peculiarità del territorio. È la strada da perseguire perchè in questo momento salvare la scuola è la priorità della Sardegna. Occorre urgentemente un vero piano scuola. Riproponiamo - concludono Bruno ed Espa -la centralità dell’istruzione e la difesa di ogni posto di lavoro: proprio in un periodo di crisi come quello attuale occorre finanziare la scuola e non colpirla con tagli indiscriminati sulla base di criteri nazionali che non tengono conto della nostra realtà».
Nella foto: Mario Bruno, capogruppo Pd in Regione
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