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L.P. 18 settembre 2009
Tagli alla scuola, lavoratori in piazza
L’assemblea sindacale indetta dalla Flc-Cgil svoltasi davanti alla sede dell’Ufficio Scolastico Provinciale si è trasformata in una grande manifestazione per protestare contro la politica dei tagli alla scuola del governo Berlusconi
Tagli alla scuola, lavoratori in piazza

SASSARI - Circa 1200 lavoratori della scuola, di ruolo e non, provenienti da Sassari e dalla provincia, il vice-sindaco di Sassari Gavino Zirattu, l’assessore provinciale alle Politiche Sociali e Giovanili, Pubblica Istruzione e provveditorato scolastico Laura Paoni, l’assessore del comune di Sassari alla Pubblica Istruzione e Politiche Giovanili Antonietta Duce, la presidente del Consiglio del Comune di Sassari Monica Spanedda, i sindaci e gli amministratori di molti paesi della provincia, hanno trasformato l’assemblea sindacale indetta dalla Flc-Cgil svoltasi il 17 settembre, davanti alla sede dell’Ufficio Scolastico Provinciale, in una grande manifestazione per protestare contro la politica dei tagli alla scuola del governo Berlusconi, che ha eliminato dalle scuole d’Italia 45 mila docenti e 15 mila amministrativi.

Numerosi gli interventi, a partire da quello della segretaria provinciale della Flc-Cgil, Lia Camboni, che hanno chiarito ulteriormente le disastrose conseguenze della politica del Governo Nazionale e Regionale sulla scuola: aumento della precarietà, diminuzione della qualità dell'offerta formativa, riduzione delle risorse con il conseguente aumento dei costi per le famiglie.

Lia Camboni ha ribadito la posizione della Flc-Cgil che respinge con forza la soluzione pasticciata rappresentata dall’accordo tra il ministro Gelmini e l’assessore all’istruzione Baire per risolvere il problema dei 2500 precari in Sardegna.

L’accordo non dà alcuna risposta alle questioni poste dai precari, afferma Camboni, dirotta solo finanziamenti già previsti per affrontare la dispersione scolastica (triste primato della Sardegna), verso la realizzazione di vaghe ipotesi occupazionali per pochi docenti precari e individua in corsi quasi da doposcuola “il potenziamento e l’integrazione dell’offerta formativa”.

Con questo accordo la Regione accetta di utilizzare fondi regionali per sanare le difficoltà create dalla dissennata politica del ministero, dichiara la segretaria provinciale, l’emendamento Gelmini detto “salva precari” propone in maniera fumosa e iniqua l’utilizzo dell’indennità di disoccupazione, comunque dovuta; prevede una priorità sulle supplenze temporanee, introducendo una discriminazione tra lavoratori precari; configura una forma di contratto temporaneo che sembra debordare dalle normali caratteristiche dei rapporti di lavoro subordinato.
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