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A.B. 18 settembre 2009
Scuola: Alunni con disabilità con sostegno dimezzato
L’Abc Sardegna denuncia: anche quest’anno l’integrazione si farà in Tribunale? Le famiglie pronte a ricorrere al Tar ed a richiedere anche il risarcimento danni
Scuola: Alunni con disabilità con sostegno dimezzato

CAGLIARI - «I tagli annunciati del personale docente e non docente purtroppo hanno sortito l’effetto temuto dalle famiglie: cattedre di sostegno dimezzate (sostegno agli alunni con disabilità di nove ore e addirittura quattro ore e mezzo alla settimana), classi più numerose, collaboratori scolastici insufficienti a ricoprire le loro funzioni tra cui l’assistenza di base agli alunni con disabilità, assistenti specializzati non ancora nominati, in una parola una scarsa qualità dell’integrazione e della Scuola nel suo complesso».

Questo il resoconto del presidente dell’ “Abc Sardegna” Luisanna Loddo, che ricorda come la sua associazione l’avesse già denunciato a mezzo stampa alla fine dello scorso anno scolastico. «Siamo disposti a ricorrere al Tribunale contro il Ministero per difendere il diritto allo studio dei nostri figli; siamo consapevoli che la battaglia per uno solo dei nostri ragazzi è una battaglia per i diritti di tutti».

«E’ lo stesso Consiglio di Stato che con ordinanza del 24 febbraio scorso conferma quanto i tribunali (Ordinari prima e del TAR adesso) stanno ribadendo, cioè che il rapporto di sostegno nonostante il rapporto medio 1:2 indicato dalla Finanziaria Nazionale non escluda attente “valutazioni caso per caso in base alle esigenze reali rilevate” – precisa Francesca Palmas responsabile Scuola Abc – in relazione alla documentazione dell’alunno. Certo è terribile per le famiglie trovarsi di fronte ad un tribunale e sostenere spese e stress per ottenere un diritto che è costituzionalmente garantito, il diritto allo studio per tutti; si stanno verificando casi gravissimi come quello emblematico di una scuola di Vercelli in cui sono presenti sette alunni con disabilità, una “classe speciale” all’interno di una scuola pubblica non è integrazione – Palmas - Si prospetta la possibilità di fare ricorso anche rispetto alla normativa sulla sicurezza nelle classi. Potrebbe pertanto verificarsi che, a causa della scarsa attenzione degli Uffici Scolastici, molte classi vengano dichiarate inagibili, con conseguente interruzione dell’attività didattica, sino al raggiungimento di soluzioni legittime».

L’“Associazione Bambini Cerebrolesi Sardegna”, ha promosso un incontro con il “Comitato delle famiglie per la Scuola Sarda” per martedì 22, composto da diverse associazioni del territorio e famiglie singole, per fare il punto della situazione e programmare prossime azioni.

«Nel frattempo – conclude Francesca Palmas - stiamo lavorando su tutti i livelli: nazionale (siamo membri della “Consulta Ministeriale sull’integrazione scolastica”) e ragionale (siamo membri del “Glip Cagliari”) per migliorare la qualità dell’integrazione scolastica e della scuola nel suo insieme».

«Occorre un cambio deciso di linea politica sull’argomento in favore della scuola sarda e del diritto delle famiglie. E su questo punto non ci saranno sconti per nessuno – conclude il presidente Loddo - perché parliamo del diritto dei nostri figli, non di una concessione».
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