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S.A.
3 novembre 2009
Scuole sarde, assistenza disabili a rischio
Indisponibilità di fondi nelle scuole per l´assistenza ai disabili mette a rischio l´erogazione del servizio. Proteste dei genitori e dell´Abc Sardegna

TEMPIO - Il diritto all'istruzione non è riservato a tutti, nei fatti sembrerebbe che sia così. Lorenzo, uno studente autistico, è iscritto alla prima classe del Liceo Scientifico di Tempio ma con sole sei ore di assistenza scolastica non può frequentare per tutto l'orario e rischia di perdere l'anno.
Lo scorso anno Lorenzo ha conquistato la licenza media, con i complimenti di tutti i membri della commissione d’esame per il suo rendimento. Oggi senza un supporto alla comunicazione adeguato, rischia addirittura di perdere l’anno. «Non possiamo fare passi indietro, le conquiste dei nostri figli sono esperienze di vita per tutti – commenta la mamma di Lorenzo – accompagno mio figlio a scuola ogni giorno, come fanno tutti gli altri genitori dei ragazzi pendolari perché il trasporto non è ancora garantito, e sono costretta ad aspettare fuori dalla scuola ogni mattina per intervenire quando si presenta la necessità per mio figlio».
Dopo le proteste, la risposta dell’amministrazione provinciale che eroga il servizio è stata «non ci sono soldi». Attualmente sono solo 6 le ore alla settimana assegnate, non solo nella provincia di Olbia Tempio, ma anche nella provincia del Medio Campidano, Sassari e Cagliari, anche se qui il servizio sarà aumentato in questi giorni a 12 in base alle maggiori esigenze; alcune famiglie per questo periodo hanno assicurato le ore di assistenza pagandosi di tasca gli operatori.
«La soluzione – interviene Francesca Palmas Responsabile Scuola Abc (Associazione Bambini Celebrolesi) - sarebbe già scritta nella Finanziaria 2009 che ha previsto per quest’anno 5 milioni di euro proprio da destinare al supporto organizzativo per gli studenti con disabilità, di cui però non abbiamo ancora notizie, cioè non sappiamo se la Giunta Regionale abbia già Deliberato»
«La riduzione delle ore assegnate rispetto agli anni precedenti, o le ore insufficienti o peggio la sospensione del servizio stesso - continua la Palmas - negano un diritto fondamentale all’istruzione, determinando una grave discriminazione e determinando, in alcuni casi, l’impossibilità alla frequenza scolastica».
Nella foto: Il ministro della Pubblica Istruzione Maria Stella Gelmini
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