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S.A. 7 luglio 2010
Il crollo della scuola pubblica algherese
Il Comitato per la difesa del diritto allo studio si è costituito ad Alghero per sostenere la scuola pubblica e protestare contro i tagli agli Istituti Alberghiero, Agrario e l´Arte
Il crollo della scuola pubblica algherese

ALGHERO - In città si è costituito il Comitato per la difesa del diritto allo studio, composto da studenti, genitori, insegnati e personale amministrativo. L'organo ha promosso lunedì 5 luglio una conferenza stampa dove si è parlato della grave situazione iun cui versa la scuola cittadina: la soppressione di 2 classi nell’Istituto d’Arte, 3 classi del corso serale nell’Istituto Alberghiero e 3 classi nell’Istituto Agrario, oltre ai consistenti tagli nella scuola elementare e nella scuola media e la riduzione dei finanziamenti alla facoltà di Architettura di Alghero.

In una serata caratterizzata da un intollerabile caldo afoso, nel cortile dell’Asilo Sella, alcune centinaia di persone hanno affollato il cortile dell’ex Asilo Sella per partecipare e ascoltare gli interventi dei vari relatori del costituendo comitato, l’ennesimo dopo quello per la difesa della sanità cittadina. Hanno partecipato alla discussione: rappresentanti del mondo universitario, gli studenti-lavoratori del serale all'Alberghiero che non potranno concludere gli studi poiché in nessun altra città del nord Sardegna sono attivi corsi analoghi.

Sono seguiti gli interventi dei ragazzi dell’Istituto d’Arte, al quale sono state tagliate due classi e dovranno trasferirsi a Sassari. Il Dirigente dello stesso Istituto, il prof. Salvio, ha spiegato che i numeri per fare le classi ci sarebbero stati se l’Ufficio Scolastico Regionale avesse consentito l’aggiornamento del numero di iscritti al 31 maggio come previsto dalla norma. Il Dirigente Scolastico ha lanciato l’idea di fondare tanti comitati di base tali da “incendiare simbolicamente” tutta la Sardegna e ha riposto la sua ultima speranza nel ricorso inoltrato da circa 1000 genitori e studenti contro la Riforma Gelmini al Tar del Lazio che nei prossimi giorni dovrà pronunciarsi.

Sono seguiti alcuni interventi di insegnati di ruolo che, a causa della riduzione delle ore di lezione della loro disciplina, in questi giorni, sono stati dichiarati sopranumerari, e che rischiano concretamente di essere licenziati - se per due anni consecutivi - non verranno utilizzati. Pur non essendo ancora disponibile il dato definitivo, nella sola provincia di Sassari, sono stati dichiarati, in questi giorni, tra 150 e 200, docenti sopranumerari.

Altre testimonianze hanno esplicitamente accusato alcuni sindacati di aver taciuto sui numeri enormi di posti di lavoro che si sono persi e che si andranno a perdere il prossimo anno scolastico. E sono stati forniti i numeri. Nel 2009 si sono persi in tutta la Sardegna 2319 tra docenti e personale amministrativo; per il prossimo anno scolastico 2010-11 si perderanno altri 1819 posti. Ma altri dati sconfortanti sono stati forniti dal comitato algherese che dimostrano una grave discriminazione nei confronti della Sardegna. A fronte di una riduzione della popolazione scolastica pari al 2,26, riduzione percentuale simile a quella dell’Emilia Romagna (1,9%), la Sardegna vedrà un taglio dei posti di lavoro di docenti e personale amministrativo di ruolo pari all’8%, mentre l’Emilia Romagna solo un taglio del 3%.

Alla partecipazione del personale scolastico si sono aggiunti gli interventi dei rappresentanti politici locali e regionali: da Mario Bruno, capogruppo del Partito Democratico in Consiglio regionale che ha criticato le scelte sull’istruzione fatte dalla giunta regionale, al consigliere comunale del Popolo della Libertà Gian Carlo Piras che ha sostenuto che Alghero e il suo territorio non possono perdere un così qualificato servizio formativo rappresentato dall’Istituto d’Arte e dall’Alberghiero.

Nella foto: Alcuni partecipanti della manifestazione
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