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Red
19 agosto 2010
Anno scolastico 2010-11: emergenza sarda
A poco meno di 25 giorni dal suono della campanella rimangono irrisolti tutti i nodi strutturali della scuola in Sardegna. Si teme per il nuovo anno scolastico

ALGHERO - Anche l’anno scolastico 2010-2011 si preannuncia difficile per studenti e famiglie, per qualità, funzionamento ed efficienza del sistema-scuola sarda. A poco meno di 25 giorni dal suono della campanella, infatti, rimangono irrisolti i nodi strutturali della scuola: taglio delle cattedre, blocco consistente del turnover dei docenti e del personale amministrativo, tecnico e ausiliario, mancata soluzione - anzi accentuazione - del problema del precariato, inconsistenza delle azioni di contrasto e prevenzione della dispersione scolastica.
L’Assessore regionale dell’Istruzione ha dichiarato la mancanza di risorse per tamponare alcune delle disfunzioni storiche della scuola in Sardegna. Mancano all’appello soprattutto i 20 milioni di euro stanziati l’anno scorso contro abbandoni e bocciature. «Quando lo Stato non provvede e la Regione non ha la forza di aprire con il Governo una
vertenza sulla scuola, è dovere della Giunta regionale ricercare nel proprio bilancio le risorse necessarie a non penalizzare il comparto scolastico, strategico e fondamentale per la società sarda», sottolinea Oriana Putzolu dalla segreteria regionale Cisl.
Gli indicatori sui livelli di istruzione evidenziano che la Sardegna occupa una posizione di retroguardia all’interno dell’Italia, e ancor di più nei confronti dell’Europa e dei paesi Ocse. Tra questi ultimi il 66% della popolazione di 25-64 anni possiede almeno un diploma di scuola secondaria superiore contro il 44% dell’Italia (anno 2003, Education at a glance 2005, Ocse) e circa il 38% della Sardegna. I giovani che abbandonano prematuramente gli studi rappresentano per la Sardegna
un record assoluto in Italia.
«Il dato relativo alla popolazione di 18-24 anni, con titolo di
studio inferiore al diploma di scuola secondaria superiore, che non partecipa ad ulteriore istruzione o formazione, infatti, è pari al 32,6% in Sardegna contro il 22,1% dell’Italia e il 15,2% della UE 25. L’anno - concludono dalla Cisl - scorso i 20 milioni di euro avevano consentito di finanziare 352 progetti antidispersione per un totale di circa 70 mila alunni coinvolti e quasi 3800 docenti impiegati».
Foto d'archivio
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