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S.A.
7 settembre 2010
Tagli alla scuola: -1700 posti nell´isola
Sull’onda lunga delle proteste organizzate in tutta Italia, anche davanti all’Ufficio scolastico provinciale di Sassari la Flc-Cgil ha avviato un presidio di protesta

SASSARI - Da martedì anche a Sassari la scuola è scesa in piazza per difendere il diritto allo studio dei giovani e il diritto al lavoro degli operatori della conoscenza, messi in pericolo dai tagli del governo. Sull’onda lunga delle proteste organizzate in tutta Italia, anche davanti all’Ufficio scolastico provinciale di Sassari la Flc-Cgil ha avviato un presidio per portare all’attenzione generale i problemi del mondo della scuola pubblica, il cui futuro è minacciato dai provvedimenti del ministero dell’Istruzione, tra tagli pesantissimi e scarsissime immissioni in ruolo.
«In Sardegna – spiega Francesca Nurra, segretaria provinciale della Flc-Cgil – abbiamo avuto 291 immissioni in ruolo per i docenti e 130 per il personale Ata, a fronte di duemila posti vacanti, con un taglio netto di circa 1700 persone. Il risultato è che ci saranno scuole che non potranno aprire per mancanza di personale, docenti senza sede, precari che non lavoreranno per niente e addirittura scuole che stanno chiudendo i corsi: in definitiva i tagli del governo negano, di fatto, il diritto all’istruzione dei nostri ragazzi».
Proprio in questi giorni sono in corso le assegnazioni delle cattedre: i perdenti posto in provincia di Sassari sono 296, e andranno a sostituire i precari che lavoravano fino all’anno scorso. A molti non è ancora stata assegnata una sede, altri non hanno una cattedra, dovendo così restare “a disposizione”. «Restare 18 ore a disposizione – spiega Francesca Nurra – significa non poter svolgere un programma, spesso con la necessità, per i docenti del Sassarese, di doversi spostare nella provincia di Olbia-Tempio». Il presidio sotto l’ex provveditorato di Sassari, iniziato ieri, resterà attivo dalle 8 alle 20, tutti i giorni, per richiamare l’attenzione su ciò che sta accadendo alla scuola pubblica che i provvedimenti ministeriali stanno sostanzialmente avviando alla chiusura.
«Con questi ulteriori tagli – aggiunge la segretaria della Flc – si squalifica il sistema scolastico e si nega ai ragazzi il diritto allo studio. Le nostre richieste sono chiare e ricalcano quelle della Cgil nazionale: la stabilizzazione di tutti i precari e, in Sardegna, una particolare attenzione alla specificità locale. L’Ufficio scolastico regionale ha applicato alla lettera le direttive del ministero e, in accordo con la Regione Sardegna, completamente asservita ai diktat del governo centrale, non ha mosso un passo per chiedere almeno un’immissione in ruolo in più, per salvaguardare i nostri docenti e la scuola sarda. Il territorio nell’isola è fatto di piccole scuole, spesso distanti tra loro, in un panorama diverso da grandi città come Roma o Milano. Abbiamo un hinterland vastissimo che andrà purtroppo a morire perchè a causa dei nuovi tagli alcune scuole andranno irrimediabilmente incontro alla chiusura».
Sul tema interviene anche il segretario generale della Camera del lavoro di Sassari, Antonio Rudas: «La lotta complessiva che si sta producendo in tutta Italia dev’essere orientata a cambiare questa riforma disastrosa. Nel frattempo, però, occorrono interventi immediati per salvaguardare i diritti dei lavoratori della scuola vittime dei tagli, che a differenza del settore privato non hanno accesso agli ammortizzatori sociali come la cassa integrazione».
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