Dal 1° gennaio 2010 manca il decreto di attuazione della Tarsu, ma i Comuni continuano ad esigerla. Spazio a ricorsi da parte dei cittadini di mezza Italia, Alghero compresa
ALGHERO - Si complicano le cose in tema di tasse municipali, e così alle
polemiche e proteste che investono pesantemente il Comune di Alghero in seguito ai rincari a due cifre della Tarsu (tassa sui rifiuti solidi urbani, ad oggi abrogata ndr), si aggiungono pareri discordanti sulla legittimità di una tassa, che dall'1 gennaio 2010 e ancora per tutto il 2011 non dovrebbe essere più attuata. Il condizionale, mai con in questo caso, è d'obbligo, e interesserà sicuramente giuristi e studi legali.
I fatti. Formalmente, infatti, la Tarsu parrebbe essere inesistente (sostituita dalla Tia del Decreto Ronchi) e quindi inesigibile, proprio perchè la legge che la istituiva è stata abrogata. I regimi transitori, in base ai quali, dalla data della sua abrogazione e fino al dicembre 2009, si è potuto legittimamente applicare la disciplina della Tarsu sono anche'essi indiscutibilmente decaduti. E allo stato attuale non esiste una norma di ulteriore e specifica proroga di tale regime transitorio anche per l’anno 2010 e nemmeno per il 2011.
Codice dell'Ambiente. A tutt'oggi non esiste un regolamento di attuazione del Codice dell’Ambiente (cioè del D,Lgs. N. 152 del 2006). Tale circostanza però non avrebbe alcuna ripercussione sulla esistenza o meno della Tarsu nel sistema normativo vigente. Comporta, invece, soltanto che, in assenza di un regolamento di attuazione, il Codice dell’Ambiente, continua ad essere inapplicabile, e che, pertanto, i Comuni dovranno (e non potranno) applicare esclusivamente la Tia, come disciplinata dal D.Lgs. n. 22 del 1997 (c.d. Decreto Ronchi), in quanto dall’ 01 gennaio 2010 e per tutto il 2011 tale disciplina è l’unica in vigore e, quindi, applicabile (essendo venuta a mancare la disciplina della Tarsu).
Caos normativo. Come dire, caos normativo, con la necessità di un celere intervento normativo che chiarisca la situazione. Il rischio, neanche a dirlo, è che si dia avvio a numerosi contenziosi a tutto discapito della pubblica amministrazione, che i rifiuti, nel bene o nel male, li gestisce (con ingenti spese ndr).