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Red
15 marzo 2011
«La Scuola non toglierà il disturbo»
Promesse non matenute da parte degli amministratori comunali. La seconda lettera integrale che gli insegnanti e un gruppo di genitori della Scuola Primaria Sacro Cuore inviano all´attenzione di sindaco e assessore

ALGHERO - C'è aria di protesta nella scuola pubblica del Sacro Cuore nel centro storico di Alghero. Il motivo del contendere rimane sempre lo stesso: il mancato rispetto di una passata promessa sulla destinazione di 300mq nella Piazza dei Mercati a scopi scolastici e ricreativi per gli alunni della scuola elementare. Di seguito la seconda lettera in formato integrale invita all'attenzione di Sindaco e Assessore comunale.
La questione dell’utilizzo da parte della Scuola Sacro Cuore dei 300 mq nella Piazza dei Mercati è faccenda molto importante per noi Sindaco Tedde, pensiamo che questo Lei e suoi collaboratori lo abbiate capito, e si poteva rispondere in tanti modi alla delegazione composta dalla Dirigente Scolastica e da una rappresentanza di insegnanti, di personale ATA e di genitori da Lei invitati ed incontrati qualche giorno fa, presso il suo ufficio, per mettere a confronto le diverse posizioni, la Sua e la nostra. C’erano diversi modi attraverso i quali come sindaco, come amministratore di questa città, poteva decidere di trattare, nel corso di quell’incontro, la rivendicazione da parte della nostra scuola di una vecchia promessa fatta. A quella delegazione che, seduta attorno ad un tavolo insieme a Lei e al suo Assessore al Demanio, le chiedeva attenzione e cura, si poteva decidere di rispondere sì, di rispondere no, o anche vediamo, ragioniamo, valutiamo. Queste possibili risposte avrebbero avuto, tutte, una qualche forma di legittimità, si sarebbero tutte potute collocare in una dimensione di dialogo corretto e responsabile. Ciò che invece non lo ha reso legittimo è stato decidere di stare fuori dal solco del confronto attento e dell’ascolto rispettoso per privilegiare e percorrere quello di un no sbrigativo, un no quasi infastidito per l’invadenza inaspettata di una scuola che pretende chiarimenti attendibili e soluzioni chiare, seccato da una rivendicazione valutata come visionaria e bugiarda. Ricevere e accogliere il mondo della scuola, Sindaco Tedde, dichiarando come prima cosa che “Mi son stati riferiti i contenuti dei vostri interventi pubblici è li ho trovati fuori dalle righe e senza alcun fondamento”, ci è apparso non solo inadeguato nei riguardi del serio ed educato atteggiamento di ogni singola persona che componeva quella delegazione, ma anche inopportuno rispetto al valore della questione che la scuola Le pone. Ciò che ha piegato la legittimità della risposta data è stato l’aver pronunciato un no senza alcuna possibilità di appello, come quelli che sentenziano i monarchi davanti ai loro sudditi. Ma noi non siamo sudditi, noi siamo cittadini, e siamo la Scuola. Non è retorico Sindaco ricordarLe, davanti alla circostanza che si è posta, che la scuola è la base anche della società che Lei oggi amministra, è la prima palestra di esercizio di cittadinanza, il più importante laboratorio sociale di ogni comunità, quello nel quale si sperimentano le convivenze, le integrazioni, i diritti, quello nel quale si prendono le misure per la costruzione di una società di tutti e per tutti. Si scrive Scuola, Sindaco, ma si legge Democrazia. Tutto questo per dirLe che non intendiamo accontentarci della risposta “senza se e senza ma” che Lei, da sovrano, ci ha dato. La nostra rivendicazione per quanto ci riguarda è ancora in piedi, ed è ancora valida la domanda che Le abbiamo già posto: è vero o non è vero che da parte sua Sindaco, o da parte di alcuni dei suoi collaboratori, fu formulata la promessa che la Scuola Sacro Cuore, a fronte della perdita di un’area di servizi per noi e per l’intera comunità, avrebbe ricevuto come “minimo” risarcimento un locale di 300 mq? Questa domanda Sindaco Tedde non può essere licenziata tacciando la scuola di vaneggiamenti e di inclinazione alla perdita del senso della realtà. Questa domanda esige una risposta onesta, seria, argomentata al millimetro; esige a questo punto una risposta pubblica, perché la scuola è questione pubblica, non una cosa da liquidare sbrigativamente con una chiacchierata autoreferenziale tra intimi. E ancora un altro ragionamento Sindaco. Poniamo – questa volta davvero nel mondo dell’irrealtà – che né Lei né i suoi collaboratori abbiate mai promesso alcun risarcimento alla scuola; poniamo quindi che tutto quello che è stato – gli incontri, le proteste, i cortei, le occupazioni, la documentazione scritta, che anche se non testimoniano obblighi giuridicamente validi testimoniano comunque intenti e impegni - non sia davvero stato; poniamo cioè che ci sia un’altra storia, diversa, nuova rispetto a quella che invece è. Poniamo semplicemente che nella città che Lei amministra una scuola – la più antica – abbia un deficit di risorse, di spazi per i suoi bambini e le sue bambine, spazi necessari per garantire una offerta formativa adeguata e in linea con qualsiasi standard educativo di qualità e di sicurezza. Possiamo pensarla in questi altri termini la cosa. Se decidiamo di fare questo utile esercizio di ripulitura si accorgerà anche Lei Sindaco che di tutta la nostra discussione rimane comunque in piedi l’aspetto essenziale, quello che ci sta più a cuore: la difesa della bellezza e dell’importanza della scuola di Stato, della scuola di tutti. Un’amministrazione accorta e sensibile ha davvero così bisogno di impegni giuridicamente validi per farsi carico di una problematica educativa? Noi crediamo di no. Rifletta attentamente Sindaco su quanto le stiamo dicendo, soppesi meglio tutte le possibilità, valuti ogni altra possibile soluzione. Interpretare, così come Lei sta facendo in questa circostanza, il ruolo dello statista capace di fare scelte coraggiose, dolorose ma necessarie, non le basterà per giustificare la decisione da Lei definita insindacabile di collocare in quei 300 mq, non le attività ricreative e sportive dei bambini della nostra scuola, ma – secondo quanto Lei ha dichiarato con insistenza nel corso nostro incontro - gli uffici dell’Assessorato alla Cultura. Noi siamo certi che per gli impiegati e le impiegate dell’assessorato non farebbe alcuna differenza lavorare in uffici dentro la Piazza dei Mercati o altrove. Per i bambini e le bambine la differenza invece è tanta: si tratta di avere spazi di vita o di non averne, di avere servizi garantiti o di non averne, in una scuola come quella del Sacro Cuore che da anni ormai cerca di investire nel tempo pieno, convinta che l’orario prolungato offra un’opportunità non solo per l’apprendimento ma anche per le famiglie impegnate nel lavoro per le quali è importante sapere che la scuola che accoglie i loro figli otto ore al giorno è in grado di garantirne benessere. E allora Sindaco anche in questo secondo scenario esiste un’altra domanda che è urgente e necessario farLe: quanto nel suo programma di amministratore c’è di impegno a perseguire la qualità del sistema dell’istruzione e degli ambienti educativi della nostra città? Ripartiamo da qui Sindaco, ripartiamo dall’impegno. Ripartiamo dall’attenzione e dalla cura. Perché la scuola non può e non vuole “togliere il disturbo”.
Natacha Lampis – insegnante
Amelia Viviani - insegnante
Anna Luisa Maloccu - insegnante
Tonina Desogos – personale ATA
Gaetano Dedola - genitore
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