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A.B.
16 aprile 2011
Scuola: Musmeci contro i tagli
«Con i tagli al tempo pieno, inizia il percorso di mortificazione della scuola sarda»: questo l’allarme lanciato dall’assessore provinciale dell’Istruzione

SASSARI - «Se Ministero e Ufficio Scolastico Regionale confermeranno i tagli all’organico della scuola primaria, per la qualità dell’istruzione in Sardegna sarà un disastro». È l’allarme dell’assessore provinciale dell’Istruzione Rosario Musmeci, che invoca «una presa di posizione unanime nell’Isola» e si rivolge all’assessore regionale dell’Istruzione Sergio Milia ed all’intero sistema scolastico sardo. «I tagli confermati in questi giorni stanno mettendo in difficoltà i dirigenti scolatici – avverte Musmeci – che dall’anno prossimo non potranno garantire la stessa qualità dell’istruzione offerta sinora».
Riforma Gelmini alla mano, «si rivisita l’offerta del tempo pieno per ottenere la diminuzione delle ore di lezione e tagliare i docenti, non prevedendo più la compresenza – accusa l’assessore – così la scure della riforma provoca una brusca retromarcia del sistema scolastico isolano». Una settimana fa «l’Ufficio Scolastico Regionale voleva abolire il tempo pieno per le prime elementari, ma ci siamo opposti a quel provvedimento che in cinque anni avrebbe portato la fine della scuola a tempo pieno in Sardegna – insiste Musmeci – ma la scelta annunciata nei giorni scorsi è altrettanto grave e ancor più insensata». Nelle ultime note, «l’Ufficio Scolastico Regionale indica la disponibilità di organico su cui ogni autonomia scolastica potrà contare, ma non spiega come assorbire la riduzione di organico limitando il depotenziamento dell’offerta didattica».
In sostanza, «si economizza sugli organici, si crea disoccupazione e si mortifica l’offerta – dice l’assessore – è l’inizio di un processo che cancellerà il tempo pieno e ridurrà la qualità dell’istruzione». Ecco perché «serve un’azione forte e unitaria». Per Musmeci è paradossale che «si colpiranno i territori virtuosi, come il nostro, dove il tempo pieno è diffuso e si produce innovazione didattica in contesti adeguati e non mortificanti per gli allievi». La conferma dai numeri. «Nel Nord Sardegna ci saranno cento cattedre in meno». La scuola sarda innesta la retromarcia, «ma è un’incredibile retromarcia anche quella di Giovanni Biondi, capo del Dipartimento per la programmazione delle risorse umane, finanziarie e strumentali del Ministero – conclude – aveva rassicurato i lavoratori della scuola sarda, le istituzioni e i sindacati, ma i tagli annunciati confermano quanto da tempo programmato dal ministro Tremonti».
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