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T.M. 25 giugno 2011
L’Alberghiero dice no al taglio del serale
Sit-in a Cagliari sotto la sede dell’Assessorato alla Pubblica Istruzione. Presente una rappresentanza dell’Istituto Alberghiero di Alghero. Scuola sarda martoriata dai tagli della riforma Gelmini
L’Alberghiero dice no al taglio del serale

ALGHERO - Una rappresentanza dell’Istituto Alberghiero di Alghero si è recata venerdì a Cagliari per manifestare contro i tagli della scuola pubblica. Il sit-in sotto la sede dell’Assessorato alla Pubblica Istruzione si è mantenuto dalle ore 11,00 alle ore 13,30, in attesa che l’assessore On. Sergio Milia si rendesse disponibile ad accogliere una delegazione di manifestanti. L’attesa purtroppo è stata vana, l’assessore si è reso indisponibile e i manifestanti si sono lasciati con l’impegno di organizzare altre azioni di protesta, volte a svegliare i governanti sardi dal torpore con cui seguono le vicende della scuola isolana. A manifestare, oltre agli studenti dei corsi serali, c’erano i tanti precari della scuola pubblica, alcuni dei quali vantano un’esperienza di lavoro quasi ventennale, senza perciò avere sicurezze sul proprio futuro lavorativo.

I manifestanti, in particolare, hanno contestato la scelta ministeriale di chiudere i corsi serali, conservando per l’anno in corso solo le classi terminali, cioè la terza e la quinta. Il provvedimento interessa soprattutto gli istituti professionali e gli istituti tecnici. Per molti studenti questa è una sciagura, una di quelle scelte capaci di riportarli nel baratro della disoccupazione, considerato che spesso si tratta di adulti che vogliono riqualificarsi per meglio rispondere alle esigenze del mercato del lavoro, specie in ambito turistico.

Ad Alghero sono a rischio esclusione quasi un centinaio di studenti, alcuni dei quali già qualificati e che volevano puntare al diploma. Ma a pagare sono anche i docenti, quelli di ruolo che di fatto passano tra i sovra numerari, e quelli precari che vedono compromesso il loro futuro lavorativo. Sia nell’uno che nell’altro caso talvolta si parla di padri e madri di famiglia, che in modi diversi hanno scommesso sulla scuola.
Tutto ciò a fronte di una politica scolastica di solo contenimento della spesa, che da Roma cade sulla testa dei sardi come una scure, ignara di come si è costruita e si mantiene la rete scolastica sarda, ignara delle tante realtà territoriali della Sardegna e della necessità di salvare le esperienze consolidate.

Una di queste è appunto il serale dell’Alberghiero della nostra cittadina, che vanta un’esperienza decennale e che ogni anno coinvolge sempre più adulti. La soppressione del biennio e della classe quarta di fatto significano la chiusura del corso serale subito dopo l’anno scolastico 2011-2012, senza che il territorio lo voglia o sappia offrire un’alternativa valida di studio e di riqualificazione per gli studenti adulti. Per far fronte a questi pericoli e per organizzare nuove forme di lotta, a Cagliari si è costituito il Coordinamento delle scuole serali della Sardegna, di cui fa parte anche l’Istituto Alberghiero “E. Lussu” di Alghero. Si prevede di agire su due piani: quello giuridico, per dimostrare l’incostituzionalità dei provvedimenti varati, di fatto contro il diritto allo studio; e quello politico, per riuscire a fermare una riforma della scuola che si caratterizza come operazione di risparmio, a discapito delle opportunità culturali da offrire a tutti i cittadini, di qualsiasi età e di qualsiasi estrazione sociale. Il Coordinamento regionale delle scuole serali ricorda che i tagli della scuola ci rendono più ignoranti, e che un paese industrializzato che non investe nella scuola si autocondanna alla recessione, non solo quella di tipo economico.

Queste parole sono state riportate nel comizio che, a fine manifestazione, si è tenuto nell’atrio del palazzo regionale di via Trieste, a monito per l’assessore Milia, reo di aver evitato un incontro che voleva essere propositivo, che voleva chiedere di difendere le peculiarità della scuola sarda, che invitava i governanti sardi a non cedere alle pretese di un Governo italiano che tratta la nostra isola come fosse un corpo estraneo e mal sopportato. Ai manifestanti è stato reso noto che l’assessore Milia ha esposto le sue ragioni a favore di una Tv privata. La cosa di per se non è stata gradita, anche perché si è pensato che così come egli ha trovato il tempo per parlare da solo alla Tv, senza possibilità di replica, poteva senz’altro incontrare uno di quegli studenti che, numerosi e affamati, hanno atteso l’ora di pranzo sotto un sole cocente, nella speranza che una figura istituzionale trovasse conveniente e giusto occuparsi del futuro della scuola sarda, senza perciò trascurare i suoi protagonisti primi, appunto gli studenti e gli insegnanti.
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