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P.P. 12 novembre 2012
«Imu algherese un bagno di sangue»
In una nota pubblica i rappresentanti del Pdl algherese criticano la scelta delle aliquote Imu fissate dall´amministrazione Lubrano
«Imu algherese un bagno di sangue»

ALGHERO – «Il nostro tessuto economico, già di per se fragile, viene ulteriormente aggredito dalle aliquote Imu fissate dal'Amministrazione Lubrano che incidono in maniera depressiva sulle famiglie e sulle imprese» è l’opinione dell’ex sindaco di Alghero Marco Tedde, che in una nota insieme ai consiglieri Gianni Martinelli, Michele Pais ed Ennio Ballarini dichiarano: «Durante la recente campagna elettorale l'allora candidato a sindaco della sinistra si era solennemente impegnato a ridurre allo 0,20 l'aliquota per l'abitazione principale e allo 0,56 quella per le attività produttive deliberate dal Commissario a maggio del 2012. Invece, sorprendentemente, ha confermato per entrambe gli aumenti rispettivamente allo 0,45 e allo 0,98 facendoli propri».

Secondo la considerazione dei sottoscrittori della lettera, le aliquote base previste dalla legge, modificabili dal Consiglio Comunale, sono fortemente inique perché l'IMU non è misurata alla capacità contributiva e al reddito del cittadino ma soltanto al valore dell'immobile. «In sintesi, per quanto qui interessa, la normativa nazionale prevede per l'abitazione principale l'aliquota dello 0,40, riducibile dal Consiglio Comunale allo 0,20 o incrementabile fino a 0,60, e per gli immobili adibiti ad attività produttive (cat. catastali c/1, c/3 e d) quella dello 0,76, riducibile a 0,46 e incrementabile dal Consiglio Comunale fino all' 1,06» affermano i rappresentanti del Pdl algherese.

«Comprendiamo che alla luce dei ridotti trasferimenti statali e regionali l'Amministrazione abbia necessità di far cassa – attaccano i consiglieri e rimarcano - siamo convinti, in primo luogo, che i patti con gli algheresi vadano rispettati e, in secondo luogo, che con una riflessione più attenta le aliquote avrebbero potuto incidere su fasce più abbienti e acquisire un minimo di progressività. Tutto ciò non è accaduto. Il Consiglio Comunale è stato posto davanti al fatto compiuto e l'opposizione è stata costretta ad uscire dell'aula per protesta. Le conseguenze saranno pesantissime per le famiglie, ma insostenibili anche per le imprese cittadine che vivono un momento di assoluta difficoltà».

«un immobile ad uso bottega artigiana, categoria C/3 di metri 100, che pagava un ICI di 477 euro, per effetto dell' Imu statale al 7,6 pagherebbe 893 euro (con un aggravio dell'80%), ma con l'ulteriore aumento dell'Amministrazione Algherese al 9,8 l'Imu sale a 1.151 euro, con un aggravio superiore al 100%. Per i negozi categoria C/1 un immobile di metri 100 pagava 650 euro di Ici e con l'Imu allo 0,98 ne va a pagare 1.130 – commenta Tedde e aggiunge - per gli hotel la situazione non muta di molto: un hotel medio, di cento camere, che pagava € 26.300 di Ici, con l'aliquota nazionale (0,76) avrebbe pagato € 36.200 mentre oggi, con l'aliquota introdotta dall'Amministrazione Lubrano, pagherà € 47.400 di Imu, con un aumento di € 11.200»

«L'ulteriore beffa che il costo dell'Imu non è deducibile dal reddito. Un vero e proprio bagno di sangue che difficilmente il nostro debole tessuto economico riuscirà a reggere. Per velare questa "mannaia fiscale" l'Amministrazione utilizza l'effetto soporifero dell'aliquota dello 0,76 (che, detto per inciso, avrebbe potuto portare a 0,46) prevista per i contratti a canone concordato. Questo è uno strumento introdotto nel 1998 e mai realmente utilizzato in virtù della scarsissima convenienza in capo al locatore che difficilmente è disposto ad incassare 100 euro di media in meno al mese se poi ha agevolazioni fiscali solo per 10» concludono nella lettera.



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