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G.M.Z. 31 luglio 2013
Consiglieri, l´identikit della baraonda
Quindici teste, quattro gruppi politici, sei partiti di riferimento e un grande baccano. Così la città soffre, serve uno immediato scatto d´orgoglio per riportare al centro dell´attività politica il bene della collettività
Consiglieri, l´identikit della baraonda

ALGHERO - Sono bastati 13 mesi al Centrosinistra catalano per dare il peggio di sè. Perché basterebbe fare un giro in città per toccare con mano la delusione di molti militanti e semplici cittadini che il 25 giugno 2012 ci avevano creduto. Le parole più apprezzate erano partecipazione, condivisione, bene comune, professionalità, giustizia. E sembrava davvero che i problemi che più attanagliavano la ridente cittadina sulla Riviera del Corallo fossero anche quelli più dibattuti e presenti nel programma elettorale di Pd, AlgueRosa, Alghero Migliore e Lista Lubrano. Tanto che Alghero ha consegnato le chiavi della città a Stefano Lubrano. Puc (che vuol dire sviluppo), Ambiente e decoro (Calich), edilizia (sostenibile), Turismo (sta anche per programmazione), lavoro: i temi sui quali in tanti si sarebbero aspettati la svolta dopo anni difficili e malcontento.

E invece niente, per ora. 43 sedute di consiglio comunale non hanno visto trattare argomenti capaci d'incidere nella città in modo da riaccendere una speranza [TUTTI I CONSIGLI COMUNALI]. Chi si aspettava una inversione di rotta, insomma, è rimasto deluso. Quindici teste, quattro gruppi politici, sei partiti di riferimento (se si contano Upc e Sel) e un grande baccano: è l'identikit dell'attuale maggioranza di Centrosinistra oggi al governo della città di Alghero. Distintasi più per le polemiche e le divisioni che altro. Fino alle reciproche accuse di queste ore, con Maria Graziella Serra (ormai unica esponente di C'è, che esprime un assessore) che punta il dito contro il primo partito della coalizione, il Pd, reo di aver incancrenito la situazione pensando più agli assetti interni che al bene della coalizione [LEGGI].

Capita così che Stefano Lubrano, politicamente inesperto ma capace di mantenere la parola e dialogare indistintamente con le diverse anime del Pd, chieda a gran voce i nomi vincenti per far ripartire un esecutivo da tutti dato troppo presto per morto (nel senso che si parla di rimpasto e/o azzeramento già dopo qualche mese dall'insediamento) [LEGGI]. Ma l'organigramma dei Democratici è in continua evoluzione e vede il capogruppo Matteo Tedde e Gavino Tanchis appoggiare le istanze che arrivano dal subentrato Franco Calvia, che a sua volta trova l'appoggio del navigato Gavino Scala. Seppur non ufficializzata si tratta di una vera corrente interna che avrebbe perfino trovato un autorevole portavoce, Giovanni Idda (nel senso che in più occasioni avrebbe già parlato - perfino alzato la voce - per conto dei consiglieri).

Ne rimangono fuori Enrico Daga, sconfitto alle primarie ma pronto a metterci la faccia (e l'esperienza) in un nuovo esecutivo, e i due consiglieri più vicini all'onorevole Mario Bruno, Raimondo Cacciotto e Gabriella Esposito, già impegnata nel difficile ruolo di presidente di Consiglio. In mezzo il segretario Mario Salis, fino ad oggi impegnato nel ricercare una linea condivisa (che tarda ad arrivare). A ben guardare però le divisioni e le lotte intestine esistono un po dappertutto: AlgueRosa è contesa tra Rosa Accardo, Giampietro Moro e Valdo Di Nolfo. Tanto che - non è mistero - il portavoce del movimento, Marcello Simula, invoca da tempo l'azzeramento della giunta in cui fa parte una figura gradita allo stesso Di Nolfo (l'assessore alla Cultura) [LEGGI]. Nella baraonda anche C'è un'Alghero Migliore, con Natacha Lampis che ha chiesto ed ottenuto la fuoriuscita dall'associazione di riferimento in aperta polemica (oltre le frasi di circostanza) col direttivo [LEGGI]. C'è poi quella che in consiglio è la Lista Lubrano ma in realtà vede Giovanni Serra iscritto all'Upc, Mariano Melis sempre più vicino al Psd'Az e Pietro Bernardi che mentre tutti davano neo-iscritto al Pd ha pubblicamente smentito.

Consiglieri, uno scatto d'orgoglio. Insomma, qui si rischia il punto di non ritorno, serve uno scatto d'orgoglio. Perché si riesca a superare la difficile fase in cui la coalizione si è impantanata e si rimetta in primo piano la politica. Perché se è vero che l'arte di governare le società è nelle mani della classe dirigente, lo spettacolo deve cambiare. E allora si chiuda questa lunga fase di verifica, si mettano le energie migliori della città al servizio della collettività e si riportino d'attualità i temi dello sviluppo. Di certo non mancano. Se non dovessero esserci le condizioni, non rimarrebbe che prenderne atto.

Nella foto: la maggioranza di Centrosinistra ad Alghero
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