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S.A.
21 agosto 2013
Dispersione scolastica: allarme Cisl
La Cisl sarda lancia un preciso messaggio alla Regione: un provvedimento normativo alla luce dei dati che rivelano una dispersione sempre in aumento

CAGLIARI - Non c'è sviluppo né rilancio della crescita regionale senza «una più decisa politica finalizzata a promuovere il successo scolastico dei nostri giovani». Ne è convinta la Cisl sarda che lancia un preciso messaggio alla Regione. Alla luce dei dati che rivelano una dispersione sempre in aumento.
L'indice del 25,5 nel 2012 (era del 21,8 nel 2007), è di ben 12 punti superiore alla media europea, per altro ancora alta se la stessa Unione Europea si è impegnata a portare nell'area comunitaria, entro il 2020, il tasso medio di abbandono scolastico al di sotto del 10% e il numero dei giovani laureati e diplomati a quota 40%. Aggiunge il sindacato: «la fuga dalla scuola e dalla formazione in Sardegna sta producendo risultati devastanti, che si chiamano calo degli iscritti all’Università ( nel 2011/2012 la percentuale di immatricolati al primo anno è stata del 2,20% tra la popolazione 19-34 anni contro la media nazionale del 2,56%), blocco della mobilità sociale, forme di regressione culturale nelle nostre comunità locali, fuga dei cervelli e spopolamento».
La mancanza di lavoro da fatto socio-economico diventa emergenza antropologica da contrastare immediatamente con un progetto capace di contenere questo tristissimo fenomeno dell’abbandono prematuro delle esperienze formative, che costituisce nella nostra regione uno dei principali fattori del rischio disoccupazione e povertà. Un progetto che preveda la spendita immediata delle risorse messe a disposizione dall’Unione Europea per il periodo 2007/2013 che, sul versante della lotta alla dispersione, ha registrato un utilizzo lento e inadeguato visto che all'ultimo anno di competenza del settennio è stato speso solo poco più del 43% delle somme disponibili.
Una situazione che, qualora perdurasse, conferma la preoccupazione della Cisl sarda per una Regione dove scuola e formazione rischiano di non rappresentare più quel motore dello sviluppo capace di recuperare i giovani alla partecipazione sociale e alla formazione di professionalità innovative e spesso strettamente connesse alle politiche dello sviluppo locale. Da qui la richiesta di un provvedimento normativo da Cagliari: «un progetto che per poter conseguire i risultati attesi non potrà fare a meno di quella legge regionale sul sistema integrato di istruzione e formazione da anni sollecitato dalla Cisl sarda e di cui ancora non si vede traccia».
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