Red
9 settembre 2005
Provincia e Coldiretti propongono l’Osservatorio rurale provinciale
La costituzione di un osservatorio rurale provinciale e l’apertura di un confronto tra tutte le parti in causa attraverso la convocazione immediata di un tavolo “verde”. Saranno questi i primi due provvedimenti del “Patto per l’agricoltura” siglato giovedì

SASSARI - La costituzione di un osservatorio rurale provinciale e l’apertura di un confronto tra tutte le parti in causa attraverso la convocazione immediata di un tavolo “verde”. Saranno questi i primi due provvedimenti del “Patto per l’agricoltura” siglato giovedì da Provincia di Sassari e Coldiretti e destinato a coinvolgere gli altri soggetti istituzionali e le altre associazioni di categoria del territorio. Doveva essere un faccia a faccia per ribadire gli impegni presi in campagna elettorale e avviare ufficialmente una stagione di confronto e di dialogo, ma il summit di questa mattina nella sede provinciale di Coldiretti è andato ben oltre. La comune consapevolezza dell’importanza che il comparto agroalimentare riveste per l’economia e il tessuto sociale e culturale del territorio, la precisa volontà di affrontare assieme i problemi e cercare le soluzioni più adeguate per risolverli, l’esigenza di trovare un equilibrio nel rapporto tra operatori e enti locali per affrontare in maniera più efficace la difficile stagione delle vertenze a livello regionale, nazionale e comunitario: la spiegazione di una unità intenti ribadita a chiare lettere dall’amministrazione provinciale e dai vertici territoriali dell’associazione di categoria si spiega così. Accantonata la vecchia e poco produttiva fase delle contrapposizioni tra politica e mondo produttivo, Provincia e Coldiretti hanno deciso di avviare una fase di concertazione «che dovrà tradursi in un confronto continuo e che vi vedrà protagonisti – come ha sottolineato il presidente della Provincia, Alessandra Giudici – perché da voi ci aspettiamo non solo che ci aiutiate a individuare i problemi, ma anche a studiare il modo per superarli». È solo il primo passo, ora si tratta di creare un consenso più ampio possibile attorno al “patto” annunciato questa mattina. Coldiretti, che negli ultimi anni ha speso parecchie energie per ridare centralità al tema della campagna e del suo destino all’interno del dibattito politico locale, chiama in causa tutti: Camera di Commercio, organizzazioni professionali, sindacati, Università, rappresentanti del mondo della cooperazione, dell’agroindustria, della trasformazione e della commercializzazione, istituzioni politiche. «Per disegnare un programma di sviluppo e pianificazione del territorio capace di affrontare le sfide lanciate dal mercato c’è bisogno dell’impegno di tutti», è il messaggio lanciato da Coldiretti nel corso del consiglio direttivo cui hanno partecipato anche il presidente della Provincia, Alessandra Giudici, l’assessore all’Agricoltura, Pino Ortu, e l’assessore alle Attività produttive, Marco Di Gangi. L’obiettivo è quello di fare di Sassari, il cui territorio continua a vantare una straordinaria vocazione agricola e rurale, un “modello da esportare”. Ma se da un lato Giommaria Sassu e Angelo Corsetti, rispettivamente presidente e direttore provinciale di Coldiretti, e Aldo Mattia, direttore di Coldiretti Sardegna, incassano con favore «la sensibilità dimostrata sinora dall’amministrazione provinciale, che ha anche creato un assessorato ad hoc», e auspicano «una maggiore attribuzione di poteri in campo agricolo alla Provincia, che avendo un diverso radicamento sul territorio rispetto alla Regione potrebbe recepire prima e più facilmente le priorità con cui compiere gli interventi di sostegno», sul versante opposto nessuno si tira indietro. «Collaboriamo, studiamo e realizziamo assieme le politiche per l’agricoltura e la zootecnia», è la proposta di Alessandra Giudici, nella piena convinzione che il settore «possa giocare un ruolo fondamentale per il rilancio economico del territorio», come ha ribadito Pino Ortu. Il territorio chiama e la Provincia risponde. «Ci vogliamo impegnare per ridare all’istituzione che rappresentiamo quel ruolo di raccordo tra le vari anime del nord ovest dell’isola, mettendo in contatto realtà comunali diverse, facendole dialogare tra loro e coi rappresentanti del sistema produttivo, ma anche con quelli della cultura e dell’istruzione», ha aggiunto Marco Di Gangi. Lanciato il sasso, Provincia e Coldiretti sono pronti ad assumersi le proprie responsabilità. Entro la prossima settimana si incontreranno ancora, ma soprattutto presenteranno il loro piano anche agli altri soggetti interessati dal futuro del settore agroalimentare. Poi, in tempi brevi, verrà costituito il tavolo “verde” che lavorerà alla creazione di un organo permanente: l’Osservatorio rurale provinciale.
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