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Successo dei Tiromancino a Tharros: 25 anni di canzoni
Federico Zampaglione in grande forma trascina il pubblico: 1.200 persone hanno accompagnato i grandi successi della band romana ballando e cantando in uno scenario mozzafiato

ORISTANO - Una serata perfetta, da incorniciare. Con il vento che profuma di mare, la luna piena che illumina il teatro di Tharros e la voce di Federico Zampaglione a guidare un viaggio musicale lungo 25 anni. Il concerto dei Tiromancino, nell’ambito della rassegna I Giganti dell’Arte promossa dalla Fondazione Mont’e Prama, ha conquistato 1.200 persone, in piedi a cantare, ballare e lasciarsi trasportare da un repertorio che è ormai parte della storia più recente della musica italiana. “La descrizione di un viaggio Tour25” è l’omaggio all’album che nel 2000 ha segnato la svolta per la band romana. Ma è molto più di un anniversario: è un racconto emotivo che si intreccia con le vite di chi ha amato, sofferto, sperato attraverso quelle canzoni. E ieri sera, a Tharros, quel racconto si è fatto coralità. Zampaglione è in stato di grazia, trascinante, generoso, capace di tenere la scena e di entrare in sintonia con il pubblico con il quale ha dialogato dall’inizio alla fine del concerto.
Il pubblico – trasversale, con tante famiglie e molti ragazzi che hanno conosciuto i Tiromancino grazie ai genitori – ha accompagnato ogni canzone con grandissima partecipazione. Quando arrivano i grandi classici – “Amore impossibile”, “Per me è importante”, “La descrizione di un attimo” e “Due destini” – è un’esplosione: la platea si alza in piedi, canta in coro, batte le mani. È impossibile restare fermi. Ma non è solo nostalgia: il concerto è ricco di sfumature e aperture contemporanee. “Mi rituffo nella notte”, l’ultimo singolo, riporta echi battistiani, ironia e dolcezza malinconica. Zampaglione lo interpreta con passione, inserendo nel live anche il brano “Immagini che lasciano il segno”, dedicato alla figlia Linda, nata nel 2009 dalla relazione con l’attrice Claudia Gerini. E poi c’è anche “Un tempo piccolo”, brano di Franco Califano che il leader dei Tiromancino si è cucito addosso come fosse un abito sartoriale. Un omaggio al Califfo, tra i riferimenti più profondi del percorso artistico di Zampaglione.
E poi, ancora, “Vento del sud”: il testo è modificato in un passaggio inserendo un riferimento alla Sardegna, una dichiarazione d’amore per Tharros (“un luogo speciale”) e per l’isola. Un gesto semplice, ma che racconta tutto: il legame profondo con la terra dei Giganti e dei nuraghi, la gratitudine per l’accoglienza, il rispetto per un pubblico che – come dice Zampaglione – “ti osserva, ti mette alla prova, ma se ti sceglie, non ti lascia più”. Sul palco, accanto a lui, una formazione affiatata: Francesco Stoia (basso), Marco Pisanelli (batteria), Antonio Marcucci (chitarra), Fabio Verdini (tastiere). Insieme costruiscono un sound pieno, caldo, capace di emozionare e far ballare. Insomma, una serata, come ha scritto Zampaglione sui social, “da delirio”. Nel finale anche il ringraziamento alla Fondazione Mont’e Prama per aver organizzato un concerto indimenticabile.
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