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Michele Cocchiarella 25 settembre 2013
Scuola, insegnanti sul piede di guerra
Insegnanti tecnico pratici degli istituti professionali dichiarano lo stato di agitazione
Scuola, insegnanti sul piede di guerra

SASSARI – Lezioni già cominciate e problemi irrisolti. Un binomio che negli ultimi anni sta accompagnando il suono delle campanelle alle criticità presenti nel mondo scolastico. A farsi sentire questa volta sono gli insegnanti tecnico pratici di diversi istituti professionali del Nord Sardegna che nel corso di un incontro convocato martedì nella sede della Cgil, hanno elencato le problematiche del loro settore. Causa del malcontento la riforma e il taglio dei fondi che ha portato anche a una riduzione delle ore di insegnamento. Oltre che creare disagi agli stessi docenti che potrebbero trovarsi senza le loro classi ed essere trasferiti in altre scuole e in altri comuni, il calo delle ore determina anche una diminuzione delle lezioni che gli studenti svolgono nei laboratori.

Ad aumentare la dose il fatto che più di una volta in diversi istituti è capitato che per le lezioni di tecnico pratica il numero degli alunni fosse superiore alle postazioni del laboratorio. «Fino all'anno scorso, per risolvere una situazione tale, il numero in eccesso veniva unito al numero degli studenti in esubero di una o più classi creando così una squadra. In questo modo veniva garantita la lezione a tutti. Adesso invece non è possibile perché a causa dei tagli, in determinati istituti è stato scelto per vari motivi di non fare richiesta per le squadre e in altri invece le richieste non sono state accettate» ha spiegato il segretario generale della Flc-Cgil Luigi Canalis.

Gli insegnanti hanno inoltre evidenziato le difficoltà di svolgere una lezione quando i posti non sono sufficenti: il sovrannumero non permetterebbe a tutti di seguire e inoltre sarebbe impossibile per un solo docente controllare i ragazzi e le strumentazioni. «Informerò il segretario nazionale di questo problema» ha detto Canalis. «Abbiamo intenzione di informare anche le famiglie degli studenti per spiegargli i problemi e le soluzioni possibili. Queste problematiche richiedono anche il movimento degli altri sindacati. Per questo occorre lavorare a livello locale e nazionale affinché questa battaglia sia di tutti». Una posizione che come spiegato dal segretario della Flc-Cgil verrà ufficializzata nei prossimi giorni. Da parte dei docenti presenti all'incontro la dichiarazione dello stato di agitazione e anche le proposta di restare in classe invece di fare lezione nei laboratori, per evitare problemi di sicurezza e didattici.



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